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09 Marzo 2016 - 13:41
Sì all'adozione "incrociata" dei tre figli
ROMA. Una nuova sentenza del Tribunale per i minorenni di Roma riconosce una famiglia con due mamme. Ad annunciarlo Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno. Alle due donne, rappresentate dall'avvocata Susanna Lollini, è stata riconosciuta l'adozione 'incrociata' dei tre figli che da oggi, quindi, sono anche per la legge figli di entrambe le madri.
"Va sottolineato - afferma Rete Lenford - che, mentre la Camera si appresta a discutere la proposta di legge sulle unioni civili dove l'adozione dei figli del partner è stata stralciata rimettendo così tutto nelle mani dei giudici, il Tribunale scrive che già la normativa attuale 'deve poter essere interpretata alla luce dei principi costituzionali e convenzionali che costituiscono il fondamento per il riconoscimento di nuove forme di genitorialità'. 'È di tutta evidenza - continua la sentenza - che i rapporti esistenti tra le ricorrenti ed i rispettivi figli sono quelli concretamente e quotidianamente tipici di una sana relazione madre-figli'".
"Tuttavia, per la particolarità della norma sulle adozioni speciali che si applica a questi casi, i figli della coppia continueranno a non essere per la legge fratelli, dal momento che tale adozione definisce solo i rapporti tra il genitore che adotta e il minore, escludendo il resto della famiglia. Questo nonostante, sottolinea il giudice, che 'le mamme hanno dichiarato al giudice che i bambini vivono come fratelli perché tali si considerano e vengono nel mondo esterno considerati'", continua Rete Lenford.
Marilena Grassadonia, presidente Famiglie Arcobaleno dichiara: "E' grande la soddisfazione per questa ennesima sentenza, che mette ancora una volta in evidenza la distanza abissale tra la politica italiana, il diritto e la realtà. Il preminente interesse del minore, elemento centrale nelle decisioni degli giudici, rimane un illustre sconosciuto per i nostri politici. E' inaccettabile - aggiunge - che i nostri figli e le nostre figlie non vengano tutelati in maniera chiara dalle leggi di questo Stato".
L'avvocata Maria Grazia Sangalli, presidente di Avvocatura per i diritti Lgbti - Rete Lenford aggiunge: "Il moltiplicarsi di sentenze che riconoscono l'adozione incrociata dei figli dei due partner di una coppia formata da persone dello stesso sesso mette in luce l'assoluta idoneità di queste coppie a svolgere in pieno il ruolo genitoriale ed è scandaloso che di fronte a questa pressante esigenza di tutela dei minori il legislatore si rifiuti di dare una chiara risposta legislativa, addossando ai giudici di farsi portatori di un'interpretazione evolutiva delle norme e lasciando che ai figli di queste coppie vengano riconosciuti minori diritti rispetto a quelli di cui godrebbero con una adozione piena".
La sentenza del tribunale di Roma, osserva infine Rete Lenford, è giunta all'indomani della riforma approvata in Svizzera a larga maggioranza della legge sulle adozioni che estende anche alle coppie omosessuali la possibilità di adottare il figlio del partner.
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