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Il pm che sconfisse i Casalesi si difende davanti al Csm

Il pm che sconfisse i Casalesi si difende davanti al Csm

ROMA. «Il mio trasferimento sarebbe ingiusto, e mi farebbe perdere la fiducia nella giustizia. Per 7 minuti di conversazione verrebbe bruciata la mia vita professionale, 26 anni di sacrifici». Il pm della direzione nazionale antimafia Cesare Sirignano, si è difeso così, in un intervento durato oltre due ore, davanti al plenum del consiglio superiore della magistratura che discute del suo trasferimento d'ufficio per incompatibilità funzionale e ambientale a seguito di alcune sue conversazioni, emerse dalle intercettazioni agli atti dell'inchiesta della procura di Perugia, con Luca Palamara.

«Ho commesso errori ma non quelli che mi sono contestati, è una vicenda paradossale» ha detto Sirignano. «Ho dato tutto me stesso nella Dna, non posso tollerare che sia in discussione la mia integrità» ha sottolineato. «I presupposti alla base della richiesta di trasferimento sono infondati, lo dicono le carte».

In plenum la prima commissione ha portato sue diverse proposte: una che chiede il trasferimento di Sirignano e l'altra che propone l'archiviazione. 

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