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18 Giugno 2020 - 12:32
La sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, che ha riesaminato questa mattina il caso di John Woodcock, dopo il rinvio delle sezione unite della Cassazione, ha assolto «per essere risultato il fatto di scarsa rilevanza» il pm napoletano, precedentemente condannato alla censura per le sue dichiarazioni riportate su “La Repubblica" in merito al caso Consip.
Il caso è tornato all'attenzione del “tribunale delle toghe", davanti al collegio presieduto dal laico della lega Stefano Cavanna, dopo che il 27 novembre scorso le sezioni unite della Corte di Cassazione hanno annullato con rinvio la sentenza del 4 marzo che lo aveva condannato alla censura per alcuni virgolettati riportati nell'articolo comparso sul quotidiano nell'aprile del 2017.
Woodcock era stato condannato per avere mancato al dovere di riserbo e avere avuto un comportamento gravemente scorretto nei confronti dell'allora capo facente funzione della procura di Napoli, Nunzio Fragliasso, che lo aveva invitato al massimo riserbo sulla vicenda, con le dichiarazioni a lui attribuite pubblicate da “Repubblica". Dichiarazioni che lo stesso pm aveva detto di avere rilasciato in un colloquio privato con una giornalista amica, che gli aveva assicurato che non le avrebbe pubblicate.
Al pm napoletano era anche contestata l'interferenza con i colleghi romani, ai quali poi parte dell'inchiesta era stata trasmessa, accusa da cui è stato assolto. Così come era stato assolto per l'altro capo di incolpazione, la violazione dei diritti di difesa nei confronti dell'ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni, non iscritto nel registro degli indagati e interrogato come teste il 21 dicembre del 2016, senza l'assistenza di un avvocato e con metodi ritenuti lesivi della sua dignità.
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