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16 Novembre 2020 - 18:36
MESSINA. Ucciso per rubargli 650 euro di pensione appena prelevati da un ufficio postale. Ecco il movente dell'omicidio di Giovanni Salmeri, il pensionato di 73 anni ucciso con almeno undici coltellate il 29 luglio scorso a Milazzo nel Messinese e poi bruciato. Al presunto killer arrestato oggi, Ettore Rossitto, 56 anni, i carabinieri sono arrivati anche grazie alle immagini delle telecamere. "Siamo partiti dal rinvenimento di un cadavere carbonizzato in una discarica abusiva alla periferia di Milazzo - dice il colonnello Lorenzo Sabatino, comandante provinciale dei carabinieri di MESSINA-. Le indagini hanno consentito di identificare la vittima grazie allo studio di tutte le telecamere di videosorveglianza presenti nella zona del delitto". "Questo ha permesso di individuare - spiega il colonnello - una serie di fotogrammi ritraenti due uomini a bordo di un motorino che si recavano nel luogo dell'omicidio. L'identificazione del conducente, l'odierno arrestato, ha permesso di identificare anche la vittima, scoprendo che il grave delitto è stato commesso per sottrarre 650 euro di pensione che aveva da poco prelevato all'ufficio postale".
Un omicidio maturato in un "contesto di degrado". A dirlo è il procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto, Emanuele Crescenti, a proposito delle indagini che hanno portato all'arresto di Ettore Rossitto, 56 anni, accusato di omicidio premeditato e distruzione del cadavere. "Non sapevamo neppure chi fosse, nessuno reclamava quel corpo", spiega il procuratore, sottolineando la difficoltà delle indagini portate avanti dai carabinieri che sono dovuti partire "non solo dalla ricerca dei responsabili" dell'efferato delitto, "ma prima ancora dall'identità della vittima". Gli accertamenti sono andati avanti per tre mesi con "un forte impegno emotivo", dice oggi il procuratore. "Uno può morire così, essere buttato in una discarica, senza nessuno sa chi sia?". Oggi la svolta con l'arresto del 56enne. "Non è un delinquente abituale ma una persona che viveva in un contesto degradato - spiega ancora il capo della Procura -. Alle spalle aveva un vecchio precedente per una rapina commessa molti anni fa, poi era uscito dai radar investigativi". Così anche grazie all'assenza di clamore mediatico sulla vicenda le indagini sono andate avanti sotto traccia. "Lo abbiamo ascoltato in questi mesi e mai è trapelata la sua preoccupazione di essere scoperto. Forse neppure pensava di essere sotto attenzione e l'assenza di rimbalzo mediatico è stata molto bene utilizzata da chi ha condotto le indagini che ha potuto lavorare nell'ombra". All'uomo è stata contestata la premeditazione. "Abbiamo visto che il soggetto per più di una volta nei giorni precedenti aveva fatto dei sopralluoghi sul posto. In un'occasione aveva visto che c'erano i carabinieri e si era allontanato", conclude il procuratore.
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