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25 Novembre 2020 - 18:31
Il mondo del calcio piange Diego Armando Maradona, morto all'età di 60 anni per un arresto cardiaco. «Sono talmente sconvolto che non riesco a parlare. Mi scusi, ma proprio non riesco a parlare», dice all'Adnkronos Ottavio Bianchi, allenatore del Napoli del primo scudetto, nella stagione 1986-87, commentando la notizia della morte del Pibe de Oro. «Non riesco nemmeno a parlare...», si limita a rispondere Bruno Giordano, amico e storico compagno di squadra Maradona nel Napoli.
«Una notizia pesante, incredibile. Mi dispiace tanto, per me era come un fratello, abbiamo avuto un rapporto incredibile», le parole di Giuseppe Bruscolotti, storico capitano del Napoli e compagno di squadra di Maradona. «Oggi Napoli ha perso un figlio - aggiunge Bruscolotti - uno che gli ha dato tanto. Sicuramente oggi è lutto cittadino, se non mondiale».
«Difficile commentare. Per chi non lo ha conosciuto, posso dire che era persona eccezionale. Aveva dei problemi che tutti conoscono, ma non importa. Gli volevo bene, impossibile non volergliene. Facile parlare quando uno muore, io ci ho vissuto tanti anni insieme ed era davvero il numero uno. Sapeva dare tutto di se stesso agli altri. Sono sconvolto», dice all'Adnkronos Luciano Moggi, che insieme a “El Diez" conquistò, da dirigente del Napoli, la Coppa Uefa nel 1989, lo scudetto e la Supercoppa italiana nel 1990.
Per Fabio Capello, Maradona è stato «un giocatore straordinario, unico, un talento immenso. Quando si parla della storia del calcio si parla di Pelé in un periodo, di Maradona in un altro e di Messi adesso. Ricordiamolo tra quelli più grandi di sempre».
«Che notizia orribile. Maradona l'avevo anche conosciuto, eravamo stati a una trasmissione insieme a Napoli, poi ci siamo trovati talmente bene che siamo andati a cena e poi tutta la notte. Tutta una notte insieme a chiacchierare delle nostre vite, e la sua era così incredibile, secondo quanto mi ha detto, che a un certo punto l'ho interrotto e gli ho detto: “guarda che poi vado a controllare tutto, eh"», è il ricordo di Sandro Mazzola, al telefono con l'Adnkronos, che lo ricorda come «uomo simpaticissimo, di compagnia, con lui risate continue. Troppo giovane per morire».
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