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07 Dicembre 2020 - 15:41
NAPOLI. ''Dal 2016 al 2020 sono successe tante cose. Tra Diego e la signora Claudia è sorto un contenzioso giudiziario, in quel periodo si facevano dispetti a vicenda. Negli anni successivi, però, le cose tra loro sono cambiate e c'è stato un riavvicinamento da parte delle figlie, che hanno instaurato con Diego un buon rapporto. Non dovrebbero essere state escluse dal testamento. Ricordo inoltre che c'erano dei consiglieri che spingevano Maradona alla controversia con Claudia. Era una questione di interessi attorno al patrimonio che ha portato Maradona a fare una dichiarazione. Penso, comunque, che nei prossimi giorni usciranno tanti altri documenti, forse un altro testamento o altri eredi, magari non figli ma consiglieri''.
Lo ha detto Angelo Pisani, storico legale di Diego Armando Maradona, a 'Storie Italiane' stamattina su Rai1.
''La droga non c'entra nulla con la sua morte. La situazione è molto più chiara di quella che può sembrare. C'è stato un problema di assistenza medica negligente per cui i medici dovranno rispondere della loro responsabilità professionale. Quando si fanno le dimissioni, se il paziente è in grado di intendere e di volere deve firmare per essere dimesso. Non si dimette un paziente in quelle condizioni. Chi lo dimette si assume la responsabilità del suo stato di salute e della sua degenza. Chi firma si assume la responsabilità. È giusto che ora si indaghi su quello che è successo. La posizione del medico era già molto dubbia. C'è responsabilità anche sull'assistenza: chi viola un principio o regolamento sull'assistenza deve risponderne davanti alla legge'', ha proseguito Pisani.
''Non so chi abbia firmato il contratto d'affitto della casa in cui si trovava Maradona. In Italia un avvocato che si intesta i diritti del cliente o che subentra nel suo patrimonio verrebbe radiato subito dall'albo. È assolutamente illegittimo. L'avvocato Morla è il legale che nel 2017 ha guidato la crociata di Maradona contro Claudia. Il mio unico rimorso è che nel 2014-2015 ho dovuto lasciare Diego altrimenti mi sarei dovuto traferire a Dubai e non potevo permettermelo. Nel 2017 sono subentrati a me, a Dubai, l'avvocato Matias Morla e alcuni consiglieri che hanno gestito Diego a modo loro allontanandolo dalla famiglia e dagli amici. Nessun giocatore del Napoli da quel momento ha più potuto chiamarlo. A me tutte le volte in cui ho provato a chiamarlo è stato detto che non c'era. Nessun calciatore è mai più riuscito a parlare con lui: quando provavano, il telefono squillava a vuoto o dicevano che non c'era. Sicuramente Diego è stato isolato da tutti, questo è fuori dubbio'', ha spiegato il legale.
''Io sono ancora l'avvocato di Maradona e, probabilmente, sono l'unico al mondo ad avere per procura notarile la sua rappresentanza, ma non mi sono mai intestato nulla di suo. Rimango il suo avvocato in quanto assistente legale ma mi sono dissociato da qualsiasi gestione perché era impossibile continuare, non vivendo in Argentina o a Dubai. Che l'avvocato Morla si fosse intestato il marchio è emerso negli ultimi giorni, non si era mai fatta pubblicità su questo'', ha concluso Pisani.
Intanto, si accerde la discussione sul testamento e l'eredità dalla quale sarebbero state esclude la ex moglie e le due figlie. E non solo. E si paventa la possibilità di dover riesumare il corpo per altre cause di riconoscimento di paternità.
E sulla possibilità che venga riesumato il cadavere del calciatore scomparso per le querelle legate all'effettiva parentela degli eredi interviene Corrado Ferlaino: «Lasciassero in pace Maradona: a noi che lo amiamo Maradona non interessa nulla dell'eredita, di dove vanno a finire i suoi soldi e se ne avesse o no non ce ne frega assolutamente niente», ha commentato lo storico presidente degli scudetti del Napoli con il Pibe de Oro da lui assolutamente voluto in squadra.
«Ho lottato molto per averlo in squadra e poi inquadrarlo -r icorda poi Ferlaino. Ma inquadrare i geni è cosa difficilissima, vanno lasciati fare».
Quando ha saputo della sua morte «mi sono sentito male ma anche qui a Napoli ci stiamo abituando, la vita è fatta così».
Ferlaino pagò il fuoriclasse argentino 13,5 miliardi di lire, «ed era il giocatore più pagato. Oggi avrebbe i prezzi di Messi o Neymar, noi a quei tempi avevamo rischiato la serie B e io a stento avevo pagato gli stipendi ai giocatori».
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