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18 Febbraio 2021 - 17:50
«Accompagnato alla fossa in forza di principi giuridici barbari e aberranti». Così l'avvocato Gaetano Aufiero, storico difensore di Raffaele Cutolo contesta il «trattamento disumano» riservato a Cutolo a cui, nel maggio del 2020, prima il magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia poi il Tribunale di Sorveglianza di Bologna, negarono il differimento della pena ai domiciliari per gravi motivi di salute. «Barbarie giuridica o malafede - continua il penalista - visto che si discuteva di un 80enne che da più di un anno non era nelle condizioni di provvedere minimamente a se stesso».
Aufiero ricorda che in occasione degli ultimi colloqui, avuti nel carcere di Parma quasi due anni fa, «Raffaele Cutolo non era in grado di riconoscere il suo avvocato, ma neanche sua moglie e sua figlia e ancor meno di interloquire con chiunque. Mantenere al carcere duro una persona affetta da demenza senile perché costituirebbe un simbolo per la criminalità organizzata, è stata una pagina incivile che da' conto non della forza ma della debolezza dello Stato».
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