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Serve il caffè in una tazzina di ceramica, 400 euro di multa per barista e cliente

Serve il caffè in una tazzina di ceramica, 400 euro di multa per barista e cliente

LA VICENDA

Succede a Genova: 400 euro di multa per aver servito il caffè fuori il suo bar, in una tazzina di ceramica invece che in quelle usa e getta. E' successo al titolare di un bar nel centro storico di Genova, “Lo Scorretto” di piazza Pollaiuoli, Gustavo Boero, come riporta il Secolo XIX.

COS'E' ACCADUTO

 «Ieri mattina alle sette e mezza avevo appena tirato su la serranda dal mio locale, era il primo caffè che facevo: non avevo nemmeno ancora fatto in tempo a tirare fuori le tazzine di cartone così l’ho servito in una normale, mentre cercavo le altre, e l’ho consegnato al cliente che ha consumato qui fuori in piazzetta: in tempo venti secondi e tre giovani agenti in borghese si sono qualificati e mi hanno multato - racconta Boero stringendosi nelle spalle - La cosa che più mi fa star male è che è anche il cliente ha subìto questa ingiustizia ed è stato multato pure lui. Un caffè che gli è costato 400 euro».

La multa è stata attaccata sulla saracinesca del bar, dove si sono susseguite senza sosta le visite di parenti, amici, clienti affezionati, che hanno voluto portare solidarietà al barista per la sua disavventura.

 «Mi dispiace perché gli agenti non hanno voluto sentire ragioni. Credo ci voglia un minimo di comprensione. Che danno ho fatto? Eravamo in due in questa piazzetta, all’aperto, capirei avessi servito il cliente dentro il mio locale - si sfoga - E il cliente come faceva a saperlo? Quanti sanno che nella ceramica non si può bere? E se invece che berlo all’aperto in questa piazzetta se lo fosse portato via perché lavora qui dietro, la multa sarebbe scattata lo stesso? Venire trattato severamente per un errore in una situazione simile, quando fatichiamo per pagare a malapena le spese, lo trovo davvero avvilente».  

Boero adesso ha deciso di chiudere il suo bar: «Non posso continuare così, finché c’è la zona arancione non voglio far rischiare nessun mio cliente - conclude - Rimane il rammarico per il modo in cui siamo stati trattati, come se avessi venduto della droga e non un semplice caffè».

LA SOLIDARIETA' SCATTATA SUI SOCIAL

Sui social network sono partiti post virali per aiutare il barista e contro la chiusura dell'esercizio commerciale. 

 

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