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Verità e giustizia per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: oggi 27 anni dall'assassinio a Mogadiscio

Verità e giustizia per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: oggi 27 anni dall'assassinio a Mogadiscio

IL PRESIDENTE DEL SENATO ELISABETTA CASELLATI

''Il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio Ilaria Alpi e Miran Hrovatin pagavano con la vita la passione e il coraggio con cui interpretavano il mestiere del giornalismo d'inchiesta". Lo dichiara il Presidente del Senato Elisabetta Casellati nell'anniversario della morte dei due giornalisti. "Nel 27esimo anniversario della brutale uccisione di questi due martiri della libertà di stampa, trovo inaccettabile che ancora oggi vi siano tanti giornalisti minacciati e costretti a vivere sotto scorta per aver esercitato il diritto di cronaca. La libertà dell'informazione è un valore che ogni democrazia deve difendere e tutelare''.

LA LETTERA DI GIULIO VASATURO, AVVOCATO DELLA FNSI, USIGRAI E ODG 

La lettera su Articolo21 dell’avvocato Giulio Vasaturo, legale di FNSI, Usigrai e Ordine dei giornalisti, parti offese nell’ambito del procedimento tuttora in corso per far luce sull’agguato di Mogadiscio del 20 marzo 1994 che fa ordine sull'inchiesta giudiziaria:

“Sono ampiamente trascorsi i termini fissati dal GIP per il compimento delle nuove indagini indicate con l’ordinanza del 4 ottobre 2019 con cui il giudice ha respinto, per la terza volta, la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura della Repubblica di Roma. Attendiamo il provvedimento del Pubblico Ministero che dovrà dar conto degli approfondimenti investigativi espletati negli ultimi quindici mesi. E’ assai significativo che l’intera comunità dei giornalisti italiani, attraverso la Federazione Nazionale della Stampa, l’Usigrai e l’Ordine dei Giornalisti, si sia costituita come parte offesa in questo procedimento penale che va avanti da quel 20 marzo 1994 e, quindi, da ventisette anni”.

CI BATTEREMO CON TUTTI I MEZZI

Ci batteremo con tutti i mezzi previsti dall’ordinamento per evitare che l’inchiesta sull’omicidio di Ilaria e Miran venga archiviata. Terremo fede alla promessa fatta a Luciana Alpi, la madre della giornalista del Tg3: noi non ci arrenderemo mai e continueremo a spronare le indagini fin quando non otterremo verità e giustizia. In quest’ultimo anno abbiamo fornito nuovi e precisi elementi agli inquirenti. Siamo convinti che sia ancora possibile, nonostante il tempo trascorso, risalire agli esecutori ed ai mandanti di questo duplice delitto ed a coloro che, sino ai giorni nostri, hanno depistato le indagini, favorendo l’ingiusta condanna del somalo Hashi Omar Hassan, detenuto per ben diciassette anni prima che la sentenza di revisione della Corte di Appello di Perugia lo scagionasse completamente.”

IL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA BEPPE GIULIETTI: «NOI NON ARCHIVIAMO»

A 27 anni dall'agguato in cui hanno perso la vita, a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo 1994, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, resta ferma la volontà della Federazione nazionale della Stampa italiana, dell'Usigrai, dell'associazione Articolo21 di continuare a cercare verità e giustizia per la giornalista e l'operatore del Tg3. «Per noi non va in prescrizione niente, né in tribunale né nelle coscienze. Noi non archiviamo. E questo è possibile grazie a una grande comunità riunita attorno al ricordo di Ilaria e Miran, una comunità fatta di giornaliste e giornalisti, sindaci, docenti e studenti, cittadine e cittadini che continuano a promuovere azioni che tengono viva la loro vicenda», ha detto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, durante l'iniziativa promossa alla vigilia dell'anniversario.

NON DAREMO TREGUA FINCHE' NON AVREMO LA VERITA'

«Il nostro impegno – ha aggiunto – è a non mollare. Ancora non abbiamo verità e giustizia, non daremo tregua finché non le troveremo. Continueremo ad essere scorta mediatica e questo vale per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, vale per Mauro De Mauro, Graziella de Palo, Italo Toni, Beppe Alfano, Antonio Russo, Raffaele Ciriello; vale per Andy Rocchelli e per tutti coloro che aspettano siano fatte verità e giustizia sulle loro morti».

 

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