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25 Marzo 2021 - 08:01
Governo al lavoro in vista del nuovo Dpcm anti-Covid che dovrebbe entrare in vigore tra meno di due settimane, cioè dopo Pasqua, visto che quello attuale scade martedì 6 aprile.
Il premier, Mario Draghi, impegnato oggi e domani mattina al Consiglio europeo, ha già fatto sapere che le nuove decisioni verranno prese dopo un’attenta analisi dei dati sull’andamento dei contagi. Un primo incontro della cabina di regia in vista del nuovo decreto, ricorda laleggepertutti.it, è previsto per il pomeriggio di domani, venerdì.
Qualcosa, comunque, comincia a filtrare riguardo le intenzioni del Governo e degli scienziati per dopo Pasqua.
Lo stesso Draghi aveva annunciato ieri al Senato, nel corso delle comunicazioni in vista del Consiglio Ue, l’intenzione di riaprire le scuole dopo il Lunedì dell’Angelo, almeno quelle dei più piccoli: "Mentre la campagna di vaccinazione prosegue è bene cominciare a pensare e a pianificare le riaperture – le parole di Draghi -. Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi ma, se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a riaprire la scuola in primis. E cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo, subito dopo Pasqua".
Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha già predisposto il piano per le riaperture. Il giorno del ritorno nelle aule, tutti gli studenti, compresi i bimbi di nidi e materne, dovranno fare un tampone rapido. Il test sarà ripetuto ogni settimana. In caso di positività, tutta la classe dovrà fare un molecolare.
E saranno solo le scuole a riaprire, secondo le valutazioni degli scienziati. Il Comitato tecnico è pronto a chiedere al Governo di non reintrodurre per il momento le zone gialle, lasciando l’Italia in rosso e in arancione ancora per diverse settimane. E qualche ministro, come quello della Salute, Roberto Speranza, condivide questa idea: l’obiettivo dichiarato è quello di "non vanificare i sacrifici che stiamo facendo", osserva Speranza.
Mano dura, quindi: si parla di non tornare al giallo fino a dopo il 1° maggio. Tenuto conto che il 25 aprile cade di domenica e che la Festa dei Lavoratori è un sabato, non ci sono ponti a rischio, ma si preferisce la cautela: meglio tenere il Paese in arancione e in rosso fino al 3 maggio piuttosto che compromettere l’estate, prorogando lo stato di emergenza fino a giugno. Bar e ristoranti, dunque, resterebbero chiusi per tutto il mese di aprile. Inoltre, salta la riapertura di cinema e teatri prevista per questo sabato, 27 marzo.
Si valuterà la possibilità di rialzare le serrande di parrucchieri e barbieri, anche per evitare che il servizio a domicilio possa aumentare l’indice dei contagi. Il ministro per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, ed i governatori ne parleranno in un incontro previsto per oggi. Insomma, la prospettiva più ottimistica del ministro dell’Economia, Daniele Franco, che parlava di possibili riaperture dopo Pasqua, pare destinata a naufragare.
Per quanto riguarda le singole Regioni, oggi cominciano ad arrivare all’Istituto superiore di Sanità i dati sull’andamento della pandemia nell’ultima settimana. La decisione finale sui colori, come sempre, verrà presa domani venerdì, ma da ciò che i governatori lasciano trapelare già si fanno delle ipotesi su che cosa succederà da lunedì 29 marzo. Dovrebbero restare in zona rossa Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Puglia e la Provincia autonoma di Trento. A queste si aggiungerebbero Calabria, Toscana e Valle d’Aosta. In arancione potrebbero passare Veneto e Lazio.
Il nuovo decreto scade il 6 aprile
Il decreto e il Dpcm del governo che tengono chiuso il Paese scadono il 6 aprile. La valutazione per decidere le nuove misure è già cominciata, ma l’orientamento è di far rimanere tutte le regioni in fascia arancione e rossa «per non vanificare i sacrifici che stiamo facendo», come ripete il ministro della Salute Roberto Speranza.
L’ipotesi più probabile è che si fissi un calendario condizionato all’andamento della curva epidemiologica fino al 3 maggio, consapevoli però che sarà molto difficile poter riaprire bar e ristoranti.
E che si decida di prolungare lo stato di emergenza almeno fino a giugno, quando l’inoculazione dei vaccini dovrebbe essere a regime.
Tamponi per le scuole
L’arrivo dell’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo all’Istruzione ha dato certamente una spinta per riaprire le scuole, una delle priorità indicate dal ministro Patrizio Bianchi.Il primo giorno tutti gli studenti, ma anche i bimbi di nidi e materne, dovranno essere sottoposti a tampone rapido.
Il test sarà ripetuto ogni settimana e in caso di positività sarà effettuato un molecolare a tutta la classe. In questo modo si creerà una sorta di «bolla» per proteggere gli alunni, ma anche i docenti visto che non tutti saranno già stati vaccinati.
Soldati e volontari
Per effettuare i controlli si è deciso di chiedere aiuto ai militari e ai volontari della Protezione civile che potranno essere impiegati all’ingresso degli istituti, utilizzando i «salivari» che forniscono una risposta in pochi minuti e sono adatti ai più piccoli. A disposizione ci sono almeno 2 milioni di kit, altri possono essere reperiti rapidamente per garantire una copertura di diverse settimane.
Il monitoraggio
I nuovi dati inviati dalle Regioni all’Istituto superiore di sanità cominceranno ad affluire oggi per la valutazione finale che arriverà domani, come ogni venerdì.
La Lombardia dovrebbe rimanere in fascia rossa fino a Pasqua come ha confermato il direttore generale del Welfare Giovanni Pavesi. Il Lazio spera invece di stare almeno cinque giorni — dal 29 marzo al 3 aprile — in arancione.
«Dovremo avere un Rt a 0,99», spiega l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Buone possibilità anche per il Veneto: «È possibile, ma poi dobbiamo stare molto attenti», avverte il governatore Luca Zaia.
Le altre rischiano di rimanere in zona rossa dove potrebbero passare anche Calabria e Toscana, sorvegliata speciale per l’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100.000 abitanti.
Ristoranti e cinema
Rimangono dunque chiusi bar e ristoranti, ma anche cinema e teatri che — questo dice il decreto in vigore — possono riaprire soltanto in fascia gialla.
Una nuova valutazione sulla possibilità di consentire l’attività a barbieri e parrucchieri in fascia rossa sarà fatta nei prossimi giorni anche per scongiurare gli appuntamenti a domicilio che aumentano il rischio di contagio.
Oggi la ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, incontrerà i governatori. E la partita tra rigoristi e aperturisti ricomincia.
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