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Inps: reddito di cittadinanza anche agli immigrati

Inps: reddito di cittadinanza anche agli immigrati

MODIFICA AL REDDITO DI CITTADINANZA

Con il Decreto Sostegni il reddito di cittadinanza è stato implementato di uno stanziamento aggiuntivo di un miliardo di euro. Non c'è più la sospensione del sussidio in caso di contrato lavorativo temporaneo, che fa ripartire direttamente il beneficio allo scadere.

REDDITO DI CITTADINANZA ANCHE AGLI IMMIGRATI

Anche il Ministro del lavoro Orlando è dell'intenzione di estendere questa misura anche ai migranti, abolendo il requisito dei dieci anni di residenza in Italia. Anche l'Inps è d'accordo, come attesta anche Pasquale Tridico, il presidente, che aggiunge alla proposta del ministro di allargare la platea anche alle famiglie più numerose.

ALLARGARE LA PLATEA ALLE FAMIGLIE NUMEROSE

Secondo Tridico «ora sono necessarie risorse aggiuntive soprattutto per le famiglie numerose e gli immigrati. Il reddito prevede un requisito di residenza in Italia di dieci anni, mi sembra eccessivo e non esiste in nessun Paese europeo”. Per quanto riguarda le famiglie numerose l’idea del presidente dell’Inps è di “aumentare il sussidio in base ai componenti del nucleo, oggi al massimo si arriva a 1.330 euro. O si cambia la scala di equivalenza, oppure si potrebbe agire sul contributo da 280 euro legato all'affitto. L'idea sarebbe di modularlo in base al numero dei familiari per raggiungere maggiore equità». 

«Il reddito di cittadinanza è un argine importante contro la povertà assoluta che è aumentata con il Covid, raggiunge 3 milioni di persone e l'importo medio è di 550 euro».

TRIDICO PARLA ANCHE DELLA SUA POSIZIONE

«Io sono stato designato per quattro anni con un decreto del presidente della Repubblica, la mia nomina ha ottenuto il parere positivo del Parlamento, ho una interlocuzione continua con tutti i ministri economici, c’è un'eccellente sintonia con il ministro Orlando e ho un confronto molto collaborativo con il ministro Franco». 

BLOCCO DEI LICENZIAMENTI

«Mi sento di condividere i provvedimenti del precedente governo che sono assolutamente in linea con l'attuale, mi riferisco soprattutto alle misure che riguardano il lavoro. È stato mantenuto un forte connubio tra la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti. Mi sembra ragionevole, l'esecutivo fa bene a essere prudente in questa fase. Noto una sorta di continuità evolutiva tra il secondo esecutivo Conte e quello di Draghi».

 

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