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30 Marzo 2021 - 18:11
Pensioni di invalidità, ora è ufficiale: aumenti fino a 651 euro mensili
Un aumento che parte da lontano e che finalmente arriva nelle tasche dei diretti interessati: ci stiamo riferendo alle pensioni di invalidità.
Come si legge sul portale Trendonline, è del luglio 2020, la sentenza 152 della Corte Costituzionale che aveva esteso l'aumento anche a quanti fossero titolari di una pensione di invalidità od una di inabilità, fin da quando avevano compiuto i 18 ani, senza necessariamente aspettare i 60 anni.
La sentenza era molto chiara. Il requisito anagrafico previsto dalla legge veniva considerato irragionevole perché:
le minorazioni fisio-psichiche, tali da importare un’invalidità totale, non sono diverse nella fase anagrafica compresa tra i diciotto anni (ovvero quando sorge il diritto alla pensione di invalidità) e i cinquantanove, rispetto alla fase che consegue al raggiungimento del sessantesimo anno di età, poiché la limitazione discende, a monte, da una condizione patologica intrinseca e non dal fisiologico e sopravvenuto invecchiamento.
Pensioni di invalidità, arriva l'aumento
Grazie alla sentenza della cassazione il nuovo trattamento economico è stato esteso a tutti gli invalidi civili, che percepiscono una pensione.
I soggetti coinvolti hanno un'età compresa tra i 18 ed i 60 anni: le nuove condizioni economiche sono state riconosciute d'ufficio, purché sussistano alcune condizioni di reddito.
L'aumento può oscillare tra i 286 euro fino ad un massimo di 651 euro mensili, per tredici mensilità.
Stiamo parlando, in altre parole, del cosiddetto incremento al milione (ovviamente inteso in lire).
In estrema sintesi la sentenza della Corte di Cassazione ha superato in tutto e per tutto la vecchia legge n. 448 del 2001 all'articolo n. 38, la quale aveva previsto esplicitamente che il diritto all'incremento al milione fosse riservato unicamente ai pensionati over 60.
Questa era una evidente anomalia, che si portava dietro una vera e propria discriminazione, che ha costretto i giudici della Corte costituzionale ad estendere, con una sentenza, questo diritto anche a quanti avessero meno di 60 anni.
E' importante ricordare, però, che la sentenza non ha effetti retroattivi.
I beneficiari dell'aumento non potranno richiedere gli arretrati per i preriodi antecedenti al 20 luglio 2020, giorno in cui la sentenza è entrata in vigore.
Alcune persone, però, potranno richiedere gli arrettrati. Proviamo un po' a vedere chi sono.
Pensioni, chi può richiedere gli arretrati
20 luglio 2020: è la data nella quale è entrata in vigore la sentenza, dopo l'emanazione del Decreto 104/2020.
Gli unici arretrati previsti sono quelli successivi all'entrata in vigore della sentenza.
Fino a quando gli aumenti non vengono erogati.
E' necessario segnalare, però, che sono stati esclusi i soggetti invalidi totali, ciechi civili assoluti, sordomuti titolari di pensione o titolari di pensione di inabilità al lavoro, che lo scorso 20 luglio avevano superato i 60 anni. Queste persone non sono state interessate dalla sentenza della Corte di Cassazione.
Queste persone, nel caso in cui avessero tutti i requisiti reddituali previsti dalla legge 448/2001, di fatto avevano già maturato il diritto alla corresponsione dell'aumento della pensione dal momento in cui avevano compiuto 60 anni.
Nel caso in cui non avessero ancora beneficiato dell'incremento dell'assegno mensile, hanno la possibilità di presentare la domande per ottenerne il riconoscimento.
Hanno anche diritto a richiedere gli arretrati nei limiti dei 5 anni di prescrizione.
Possono richiedere gli arretrati le persone che rispettano i seguenti requisiti:
aver già compiuto 60 anni lo scorso 20 luglio 2020;
essere titolari di una pensione di invalidità civile totale;
essere titolari della pensione per ciechi civili assoluti o per sordomuti;
essere titolari di una pensione di inabilità al lavoro;
rispettare determinati requisiti reddituali: nel caso di una persona celibe, possedere un reddito personale al di sotto dei 8.469,63 euro.
Nel caso di una persona sposta, il limite di reddito è di 14.447,42 euro.
I requisiti per ottenere l'aumento!
A dare le indicazioni precise per fare richiesta dell'aumento ci ha pensato l'Inps.
Per poter richiedere la revisione dell'assegno della pensione di invalidità è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti:
non si deve essere in possesso di redditi propri di importo non superiori a 8.469,63 euro nel caso in cui sia single e redditi cumulati con quello del coniuge di importo annuo non superiori a 14.447,42 euro.
Non concorrono al calcolo reddituale:
reddito della casa di abitazione;
pensioni di guerra;
indennità di accompagnamento;
importo aggiuntivo di 154,94 euro previsto dal comma 7 dell’articolo 70 della legge 23 dicembre 2000, n. 388;
i trattamenti di famiglia.
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