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17 Aprile 2021 - 06:00
ROMA. Dopo un mese in zona rossa, la Campania ritorna arancione. È l’unica regione a cambiare coloro dopo il monitoraggio della Cabina di regia. In rosso, a questo punto, restano soltanto Puglia, Sardegna e Val d’Aosta. E la Campania, assieme ad Abruzzo, Basilicata, EmiliaRomagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Toscana, Umbria e Veneto, avrebbe numeri da giallo, e può aspirare, salvo peggioramenti, alla zona gialla “rinforzata” a partire dal 26 aprile. L’ANALISI DI BRUSAFERRO. Il tutto mentre il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, sottolinea, analizzando la situazione italiana, che «se nel resto d’Europa la curva è in salita, in Italia la curva è in lenta decrescita. Il numero di nuovi casi per 100mila abitanti è pari a 182 rispetto ai 185 della settimana scorsa, questo rappresenta una decrescita consolidata. L’età mediana dei contagiati e dei ricoverati cala, con quest'ultima a 67 anni, e questo è un effetto delle vaccinazioni. Il calo del tasso di incidenza è più marcato per gli over 80». E ancora. «Quasi tutte le regioni sono nello scenario 1, con l’Rt sotto l’1, solo la Sardegna è nello scenario 3, mentre Valle d’Aosta e Sicilia si trovano nello scenario 2; con la prima regione a 1,15 e la Sicilia a 1. Il tasso di occupazione supera la soglia critica in terapia intensiva e area medica. L’incidenza è in decrescita, ma resta estremamente elevata rispetto all’obiettivo di 50 su 100 mila. Per questo si raccomanda di non allentare l’attenzione». E sulle riaperture: «Nessuna apertura è a zero rischio, il punto è bilanciare il rischio che puoi accettare oppure no rendendolo compatibile mantenendo l’Rt sotto 1. Il Governo sta prendendo delle decisione, il Cts contribuisce alimentando con i dati elaborati dalla Cabina di regia». Dal canto proprio, Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, spiega: «Abbiamo avuto un accumulo di persone infette, e il forte accumulo si riverbera a distanza di tempo. La variante inglese ha sostituito i ceppi precedentemente circolanti, e questo ha una trasmissibilità del 50 per cento superiore. Questo fa sì che la tendenza alla discesa della curva è lenta. L’antidoto è la vaccinazione di massa, e a poco a poco si potrà cercare di operare riaperture di attività che non comportano particolari rischi. Servono sistemi di monitoraggio che identificano la ripresa dell’epidemia. Vediamo un calo dei contagi ma d’altra parte una congestione dei servizi ospedali».
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