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Mezza Italia verso la zona gialla: quali regioni potranno cambiare colore dal 26 aprile

Mezza Italia verso la zona gialla: quali regioni potranno cambiare colore dal 26 aprile

Mezza Italia potrebbe tornare in zona gialla da lunedì 26 aprile. Circa la metà delle regioni italiane spera e aspetta in un ritorno alla fascia di rischio minore dalla prossima settimana.

In base al nuovo decreto Covid dal 26 aprile in Italia torneranno le zone gialle, ancora sospese per ora, e arriveranno tante riaperture: si partirà dai ristoranti all’aperto, che riaprono a pranzo e a cena, ma tornano anche gli spostamenti tra regioni gialle, così come lo sport come calcetto e basket all’aperto.

Le nuove ordinanze verranno firmate dal ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo il solito monitoraggio settimanale pubblicato il venerdì. Per chi si trova in zona rossa ci saranno meno cambiamenti: attualmente solo la Puglia sembra poter sperare di uscire dalla fascia di restrizioni maggiori, mentre sempre più complicato per Sardegna e Valle d’Aosta.

LE REGIONI CHE POTREBBERO ANDARE IN GIALLA
Per passare in zona gialla è necessario avere dati da zona gialla per almeno due settimane da quando si è passati in arancione e questo criterio dovrebbe escludere la Campania, in arancione da questo lunedì.

L’indice Rt deve essere inferiore a 1, mentre il rischio complessivo deve essere basso o moderato. I territori che attualmente hanno Rt sotto 1 sono: Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Bolzano, Trento, Umbria e Veneto.

Tutte queste regioni e province autonome presentano un rischio basso o moderato, solo il Molise fa eccezione. Qui il rischio è moderato ma con alta probabilità di progressione.

Anche la Calabria ha Rt inferiore a 1 ma ha una classificazione di rischio alta. Non dovrebbero rientrare in zona gialla Basilicata, Liguria e Toscana: quest’ultima è a rischio moderato ma con alta probabilità di progressione.

In queste regioni il livello dell’Rt è molto vicino a 1. Tutti i dati del prossimo monitoraggio potrebbero essere ben diversi e cambiare le carte in tavola.

L’elemento che più preoccupa molti territori, in realtà, è l’occupazione delle terapie intensive, che in molte regioni è ben oltre la soglia del 30% e potrebbe compromettere il passaggio in zona gialla.

LE REGIONI CHE RESTANO IN ARANCIONE E ROSSA 
La Campania dovrebbe restare almeno per un’altra settimana in zona arancione, così come la Calabria che ha una classificazione di rischio alta. Probabile permanenza in arancione anche per la Sicilia, che registra un Rt superiore a 1 e uno scenario di tipo 2, con dati sui contagi peraltro non in netta discesa.

La Puglia spera di poter passare in zona arancione, con un Rt sotto 1 la scorsa settimana e un rischio moderato.

La Sardegna dovrebbe restare zona rossa, con un Rt ben al di sopra dell’1,25 nell’ultimo monitoraggio. Probabile la conferma del rosso anche per la Valle d’Aosta. 

MARIA STELLA GELMINI

Torna la zona gialla in Italia con le riaperture del 26 aprile, e per Maria Stella Gelmini non saranno solo 11 le regioni che cambieranno fascia con misure e regole meno restrittive, ma "credo che forse ce ne sarà anche qualcuna in più". Questo quanto affermato dal ministro per gli Affari regionali, intervenuta a Rtl 102.5. "Questo ci rallegra - ha aggiunto - perché significa che c'è una riduzione dei contagi, dell'occupazione delle terapie intensive e che l'Rt è stabilmente sotto l'1, ma non è un liberi tutti, lo ribadisco perché abbiamo già commesso errori in buona fede in passato, passando da ondata all'altra"

COPRIFUOCO RESTA ALLE 22

Per quanto riguarda il coprifuoco ancora fermo alle 22, "evoca brutte cose e non vediamo l'ora tutti noi di allungare l'orario e di poterlo poi abolire, ma tutto si tiene in una gradualità e in una progressività. Noi abbiamo proposto alle 22 perché abbiamo ascoltato il Cts e perché questo ritorno a regole normali deve essere graduale per evitare impennate del virus", ha detto ancora il ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini a Rtl 102.5. "E' chiaro - ha aggiunto - che da parte del Governo c'è fiducia che i comportamenti corretti delle persone ci porteranno a passare gradualmente dalle 22 alle 23 e alle 24 per poi togliere del tutto il coprifuoco.

Quando? "Credo - spiega ancora Gelmini - che ci debba essere una gradualità, su questo non c'è il partito delle aperture e il partito delle chiusure, dobbiamo essere tutti insieme contro il virus. Non c'è un pezzo di politica contro l'altro, c'è un mondo intero in lotta contro il Covid. Siccome il Covid c'è, rimane e circola, dobbiamo fare grandissima attenzione. Poi queste scelte non competono a me ma al Consiglio dei ministri e ci confronteremo, ma c'è volontà di allentare le misure gradualmente senza permettere al virus di ripartire"

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