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19 Maggio 2021 - 07:00
La ripartenza al chiuso del primo giugno soddisfa parzialmente: «Troppo penalizzati prima»
NAPOLI. «Siamo stati i capri espiatori di una diffusione del virus che invece avveniva altrove, nelle case, come le statistiche hanno ampiamente dimostrato. Adesso dobbiamo ricostruire, salvare tutte quelle imprese che si possono salvare e soprattutto fare in modo che non ci siano mai più delle chiusure e provvedimenti a singhiozzo nel futuro. Aspettiamo il decreto ristori bis e i crediti di imposta sugli affitti promessi e soprattutto aspettiamo con fiducia la data del primo giugno, giorno in cui potranno finalmente riaprire anche i locali al chiuso».
A dirlo Massimo Di Porzio, presidente di Fipe Campania commentando il nuovo decreto che prevede la riapertura per bar e ristoranti anche al chiuso e il rapporto sulla ristorazione di Fipe che parla di una riduzione delle attività del 50 per cento e di mezzo milioni di posti di lavoro persi . «Bisogna tenere altissima l’attenzione sulla sicurezza e applicare scrupolosamente i protocolli previsti, per tutelare i clienti e i lavoratori. Dopo le grandi crisi, storicamente ci sono sempre periodi di grandi opportunità e dobbiamo cercare di essere ottimisti» conclude. Dal canto proprio, Antonino Della Notte, presidente di Aicast, è chiaro: «Apprendiamo con soddisfazione che finalmente dal primo giugno potranno riaprire i locali che non avevano spazi all’aperto. Ma allo stesso tempo siamo stupiti che, dopo la pubblicazione di un protocollo molto articolato e restrittivo, l’inizio delle cerimonie sia stato fissato al 15 giugno. Sarebbe stato opportuno far coincidere le due date». E ancora: «Confido ancora in un ripensamento del Governo per dare gioia alle coppie».
E l’Aicast ha scritto alla Regione Campania per chiedere chiarimenti sull’attività dei ristoranti rispetto all’ospitalità di partecipanti a matrimoni, battesimi, prime comunioni e cresime e circa possibilità di ospitare negli spazi all’aperto gruppi di persone nel rispetto delle norme attualmente vigenti e in tavoli composti da massimo 4 persone
Gli uffici regionali, pur dicendosi “non competenti nel valutare provvedimenti statali”, hanno richiamato l’ordinanza 18 di approvazione del Protocollo di sicurezza destinato alle attività di wedding e ricevimenti sul territorio ed ha specificato che “non appare vietato accogliere nell’esercizio commerciale tavoli di commensali, eventualmente provenienti dalla medesima cerimonia religiosa, a condizione che non venga eluso l’attuale divieto di svolgimento di feste e ricevimenti e pertanto con obbligo di escludere la forma di interazione tra i commensali dei diversi tavoli tipica dei ricevimenti e di osservare la stretta osservanza delle misure di sicurezza e prevenzione previste per le attività di ristorazione”. Dal canto proprio, Antonio Venturini, del locale ’O Cerriglio in piazza Bovio è chiaro: «Lavorare anche negli spazi in terni è una cosa importante. Il settore food e ricettivo è il più colpito, ma la crisi ha travolto tutti. Se si rispettano le norme anti Covid, è possibile consumare in sicurezza anche all’interno». (ha collaborato Marco Altore)
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