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04 Luglio 2021 - 07:00
NAPOLI. Non succedeva da moltissimo tempo. In Campania ci sono zero morti per Covid da 48 ore, un vero record. In realtà, c’è stato un cambiamento nel bollettino che comunque conta 9 decessi risalenti ad altro periodo ma mai conteggiati. Un rendiconto quotidiano che non dà la misura esatta della situazione attuale. Basti pensare che 5 di questi 9 morti risalgono al 2020. Il ritardo con il quale vengono inseriti nel bollettino dipende dal ritardo con il quale le Asl certificano le cause dei decessi. Il bollettino di ieri parla di 139 nuovi positivi al Covid 19 nelle ultime 24 ore a fronte di 6,339 tamponi molecolari che sono stati processati. I tamponi antigenici analizzati sono stati 6.511. I posti letto di terapia intensiva disponibili sono 656; i posti letto di terapia intensiva occupati sono soltanto 19. Quelli di degenza disponibili sono: 3.160 mentre sono 208 Posti letto di degenza occupati. Intanto, in Italia, sono in lieve risalita i contagi da Coronavirus nelle ultime 24 ore, 932, ma il tasso di positività resta costante a 0,4%. Calano invece i decessi, 22, che portano il totale dall’inizio della pandemia a 127.637. In questo quadro, mentre la pressione sugli ospedali scende ancora, il ministro della Salute, Roberto Speranza, sottolinea che «oggi abbiamo una fotografia che è oggettivamente migliore di quella di pochi mesi fa. Avevamo quasi 30mila persone nei nostri ospedali, ora ne abbiamo meno di 1.500, ovvero meno 95%. Avevamo 3.800 persone in terapia intensiva ora ne abbiamo circa 220, siamo, anche in questo caso, a meno 90%.
E anche il numero dei contagiati quotidiano è molto, molto sceso ma non è finita». Oggi le terapie intensive sono scese ancora (204), così come i ricoveri nei reparti ordinari (1.394). «Siamo - aggiunge il ministro - in una fase diversa della pandemia. Come è noto sono tra i più prudenti, tra quelli che hanno insistito perché il percorso di riapertura fosse graduale, senza passi troppo precipitosi». E ora l’attenzione deve restare alta per il pericolo rappresentato dalle varianti, in particolare la Delta, molto contagiosa: «Abbiamo bisogno di proseguire ancora con attenzione, cautela, gradualità, soprattutto alla luce delle tante varianti che stanno rendendo più difficile questa sfida e rispetto a cui abbiamo bisogno di tenere altissimo il livello di attenzione, di controllo, di verifica», rimarca il ministro, spiegando che questa sarà ancora la linea delle prossime settimane. Sono necessarie due settimane ancora per capire un po’ di più gli effetti della variante Delta sui contagi Covid-19 in Italia. «Vediamo i dati fra 10-15 giorni e comunque l’uso della mascherina in questa fase resta fondamenta le in tutte le occasioni di assembramento.
Va sempre portata con sé», dice l’epidemiologo molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma, Massimo Ciccozzi sottolineando ancora una volta che «una sola dose di vaccino non copre» da questa variante e «lo dimostriamo come Campus Biomedico, insieme a Silvia Angeletti primario di patologia clinica, in un case report che sto preparando su una persona vaccinata con una sola dose che si è infettata con la variante Delta. Descriviamo questo caso e poi lo pubblichiamo», annuncia Ciccozzi ricordando i dati di un recente rapporto del Public Health England per il quale l’efficacia è del 33% con le prime dosi di Pfizer e AstraZeneca contro la malattia sintomatica da variante Delta (B.1.617.2), tre settimane dopo la prima dose rispetto a circa il 50% di efficacia contro la variante inglese (B.1.1.7). Da qui, dice Ciccozzi, la necessità di «migliorare e implementare il sequenziamento pur avendo recuperato dallo 0,5% al 2,5%, contro il 5% della soglia minima e contro quasi il 10% degli inglesi».
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