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Contagi, la Campania respira

Contagi, la Campania respira

Invariati i pazienti in terapia intensiva, 18 in meno in degenza ordinaria

NAPOLI. Sono 369 i nuovi positivi al Covid in Campania su un totale di 15.816 test effettuati: la novità è che il bollettino dell’Unità di crisi campana non specifica più tra tamponi molecolari e antigenici, allineadosi così al criterio nazionale di calcolo della curva che, facendo la percentuale tra i nuovi casi e i tutti i testi effettuati, è del 2,33 per cento. Volendo fare un confronto con sabato, allora i tamponi erano stati complessivamente 20.242 a fronte di 610 nuovi casi per un percentuale del 3,01. Non si registrano nuove vittime. Per quanto riguarda i posti letti, quelli di terapia intensiva occupati sono 14, senza variazioni rispetto al giorno precedente, a fronte di una disponibilità di 656 tra posti Covid e offerta privata. Quelli di degenza occupati ammontano a 249, con una riduzione di 18 rispetto a sabato, a fronte dei 3.160 complesivamente disponibili.

LA SITUAZIONE IN ITALIA. Diminuiscono i casi di Covid in Italia. Quelli nuovi sono 5.735, 1.167 in meno rispetto al dato di sabato. In calo anche i morti: i decessi sono stati 11 a fronte dei 22 del giorno precedente. Forte calo dei tamponi processati che sono 203.511 rispetto a 293.863 precedenti: in questo modo l’indice di positività sale dal 2,3 al 2,8 per cento. In salita sia i ricoveri, che sono 2.631 (+98), che le terapie intensive, pari a 299 (+11). È quanto risulta dal bollettino quotidiano del ministero della Salute. Le persone attualmente positive sono 112.266 (+3.731 rispetto a sabato), mentre i dimessi/guariti 4.155.931. Per quanti riguarda il dato delle regioni, quelle con più casi nuovi sono la Sicilia con 822 contagi; la Toscana a quota 665; l’Emilia Romagna con 661 e la Lombardia a 637. La variante Delta resta quella ormai largamente prevalente in Italia. L’ultima indagine dell’Istituto superiore di sanità stima che negli ultimi 45 giorni il 69,2 per cento dei tamponi sequenziati è risultato positivo alla mutazione. Si osservano casi di infezione in tutte le fasce di età, con una percentuale maggiore di casi nella fascia d’età compresa tra i 10 ed i 29 anni, quella meno vaccinata. La maggiore trasmissibilità della variante Delta ha spinto la curva del contagio verso l’alto ma senza causare un proporzionale aumento delle ospedalizzazioni e dei decessi. In alcune regioni la situazione è più grave, con valori limite rispetto alle soglie fissate dal Governo per il cambio di colore, 10 per cento di occupazione per le terapie intensive e 15 nei reparti non critici, per esempio in Sardegna rispettivamente del 10 e del 7 per cento, mentre la Sicilia è al 6 per cento delle terapie intensive e al 13 delle aree mediche non critiche.

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