Tutte le novità
10 Agosto 2021 - 07:00
I locali: 2 ore per un accertamento. Confesercenti: perso il 15% del fatturato.E In Campania la metà di ristoranti e pizzerie senza spazi all’aperto. Schiavo: verifiche al 70% delle attività
NAPOLI. «Abbiamo perso il 15% di fatturato rispetto alla settimana precedente». Eccoli i conti a consuntivo dei primi giorni di applicazione del Green Pass obbligatorio per accedere ai locali al chiuso in Campania. E sono conti decisamente in rosso.
DUE RAGIONI. A farli è la Confesercenti della regione, che non nasconde la sua amarezza. Le ragioni della riduzione del volume di affari sono sostanzialmente due: in Campania ci sono 61mila attività tra bar, ristoranti e pizzerie, ma «solo il 50% di esse ha spazi esterni all’aperto. Sul restante 50% ha pesato l’assenza di certificato in alcune famiglie, che hanno dunque preferito non andare a consumare fuori casa» spiega Confesercenti Campania.
I CONTROLLI. Poi c’è il capitolo controlli. Un’altra nota dolente perché, spiega Vincenzo Schiavo (nella foto), che della Confesercenti Campania è presidente, «il forte rallentamento della economia della nostra regione è dovuto ai controlli a tappeto subiti dalle nostre attività. Il 70% di esse, due su tre, hanno subito le verifiche. Speravamo che anche in Italia ci fosse, come un Francia, una certa tolleranza. E invece nelle prime 48 ore di applicazione del Green pass obbligatorio un esercito di controllori dello Stato, travigili, finanza e polizia, si è riversato nelle nostre attività», lamenta Schiavo.
«PIGNOLI E INOPPORTUNI». Tuttavia, il numero uno di Confesercenti spiega che la sua associazione e gli esercenti sono «da sempre per il rispetto delle regole e rappresentiamo con orgoglio le imprese che sono in regola», ma secondo Schiavo i controlli «sono stati severi, pignoli e soprattutto inopportuni. Pur se svolti con grande cordialità e professionalità, i controlli non si sono limitati al possesso del Green Pass ma si sono allargati all’intera documentazione dell’attività». «CONTROLLI DI DUE ORE». Insomma, per Schiavo si è trattato di «un eccesso e una perdita di tempo di oltre 2 ore che frena una economia che è già malata. In questo modo significa ostacolare le nostre attività, impedire il recupero dell’esposizione debitoria accumulata a causa della pandemia». In ogni caso «non è certo responsabilità delle forze dell’ordine, al solito professionali e cordiali. Ci aspettavamo - conclude Schiavoche lo Stato ci fosse vicino in un altro modo: specie al Sud ci sono più azioni da fare per contrastare la delinquenza, il racket e l'usura che mettono in ginocchio le nostre imprese, per esempio. E non fissarsi sui controlli».
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo