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31 Agosto 2021 - 18:09
Il primo incontro tra governo e sindacati avvenuto il 27 luglio nell'iter di riforma delle pensioni ha portato ad una svolta nel settore.
COSA DICONO I SINDACATI
I sindacati vorrebbero fosse introdotta una Quota 41, una misura basata sul solo accumulo contributivo di 41 anni, il cui compito sarebbe quello di sostituire Quota 100 ed eliminare il problema dello "scalone" dei cinque anni.
Ma il governo Draghi ha altri progetti per la riforma delle pensioni che non sono alternativi a Quota 100 ma che prediligono potenziare le misure che già esistono, allargando la platea di chi ne beneficia e immaginando un'uscita anticipata per chi è nella fascia d'età tra 56 e 66 anni a seconda poi delle diverse categorie.
LE MISURE RINNOVATE
Verranno quindi rinnovate le misure di pensionamento anticipato a 56 anni legate alla titolarità della Legge 104, con la possibilità per i caregiver nel 2022 di un pensionamento a 57 anni di età.
Rinnovata anche Quota 41 precoci, insieme alle opzioni di pensionamento per uomini e donne basate sul requisito contributivo di 41 o 42 anni e 10 mesi.
La sponsorizzano i sindacati, piace alla Lega e anche al M5S. Se il governo è orientato a voler inserire un numero più ampio di lavoratori in difficoltà, i sindacati puntano a riscrivere la legge Fornero rilanciando l’uscita per tutti dai 62 anni con almeno 20 di contributi.
I CAMBIAMENTI PIU' INCISIVI
I cambiamenti più incisivi saranno quelli legati ad Opzione Donna e Ape sociale. La prima dovrebbe essere integrata in modo stabile nel sistema pensionistico e la seconda invece dovrebbe vedere un rafforzamento, fra cui l’ammissione dei lavori usuranti tra i beneficiari.
IL DIBATTITO
Il dibattito tra governo e sindacato sulla riforma delle pensioni è ancora in corso e non è stata detta l'ultima parola.
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