Cerca

Pass, 5mila imprese a rischio

Pass, 5mila imprese a rischio

In Campania sono migliaia i dipendenti delle Pmi non vaccinati, allarme artigiani

NAPOLI. Sarti e modellatori. Poi tappezzieri e chef. Maestri artigiani e figure professionali “uniche”, frutto di esperienza maturata in anni di lavoro, sulle quali si fonda l’attività soprattutto delle piccole e medie imprese campane. Si tratta di professionalità che certamente non possono essere sostituite da un giorno all’altro. Spesso di difficile reperibilità. Chi di loro è senza Green pass da venerdì non potrà lavorare, col risultato che «l’azienda rischia di dover chiudere, perché da un giorno all’altro quel ristorante o quell’attività perde in un sol colpo cuoco o artigiano, qualità delle pietanze o dei prodotti e quindi clienti, fatturato e incassi». «CINQUEMILA AZIENDE AD ALTO RISCHIO». È allarme tra i commercianti e gli artigiani campani. In vista del Green pass, obbligatorio dal prossimo 15 ottobre, sono diverse le criticità che rischiano di pesare sugli imprenditori della regione. «Almeno per 5mila attività il rischio è alto», calcola Confesercenti Campania, ma ce ne sono altre 15-17mila che già sanno che avranno problemi. La premessa è che «siamo a favore della campagna di vaccinazio ne e riteniamo utile in generale l’uso del Green Pass - esordisce Vincenzo Schiavo (nella foto), presidente di Confesercenti Campania - che sta diventando una sorta di passepartout per scongiurare la chiusura della attività commerciali».

«RESPONSABILITÀ E PESO ECONOMICO NON POSSONO GRAVARE SUGLI IMPRENDITORI». Tuttavia, sono due in problemi che vengono o evidenziati: uno riguarda il fatto che «non può gravare sugli imprenditori la responsabilità e il peso economico del controllo del possesso del certificato de parte dei dipendenti». Ma soprattutto il problema più grosso riguarda le figure professionali, soprattutto artigiani, di qualità di difficile reperibilità: «Se, per disparati motivi, non sono vaccinati e non vogliono farlo - avverte Schiavo - con la sospensione dal lavoro dei no vax l’azienda rischia di dover chiudere» RISTORANTI, 2MILA DIPENDENTI NON VACCINATI. In tal senso per Confesercenti Campania i numeri sono più che  allarmanti: «In Campania - spiega Schiavo - ci sono 30mila ristoranti, 7mila dei quali sono stellati: in essi circa 2mila hanno casi di dipendenti che non si sono vaccinati. Tra essi anche gli chef e i cuochi, magari formati negli anni a spese dell’azienda. Con l’obbligo che entra in vigore dal 15 ottobre che succede? Chi paga i danni e chi supporta le attività?», si chiede Schiavo.

MODA E CALZATURE, 20MILA AZIENDE AVRANNO PROBLEMI. Stesso discorso vale per le attività nel mondo dell’artigianato: in Campania, spiega Schiavo «ci sono 70mila imprese nel mondo della moda, delle calzature e della pelletteria. Quasi 20mila lamentano un analogo problema. Come si risolve?». Quello che è certo è che «non è possibile pensare che per un volere normativo o per una volontà altrui tali attività rischiano seriamente di chiudere», avverte Schiavo. Confesercenti Campania lancia ’allarme e spinge per trovare soluzioni adeguate. Schiavo chiede «una riflessione più profonda. Lo Stato metta in condizione i lavoratori di fare le proprie scelte, ma anche le imprese di non subire l’ennesimo contraccolpo economico. Un conto è sostituire un cameriere, per esempio e con il rispetto dovuto, un conto un artigiano che ha una specializzazione unica». Confesercenti chiede quindi di avviare «un tavolo per trovare la soluzione adeguata che non gravi economicamente sulle imprese già in ginocchio a causa della pandemia». «NON POSSIAMO OBBLIGARE I DIPENDENTI A VACCINARSI». Schiavo non si tira indietro rispetto al tema della vaccinazione: gli imprenditori, spiega «devono ovviamente provare a persuadere i propri dipendenti a sottoporsi al vaccino, ma non possono obbligarli e né possono pagare le conseguenze economiche di queste difficoltà».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori