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Rivoluzione Isee, cosa cambia dal prossimo anno?

Rivoluzione Isee, cosa cambia dal prossimo anno?

Rivoluzione Isee,  cosa cambia dal 2022?
Ma facciamo un passo indietro. Cosa è l' Isee? L' Isee è un indicatore  della situazione economica equivalente. Stabilisce la ricchezza di un nucleo familiare attraverso i dati relativi al reddito e al patrimonio dei componenti del nucleo e tiene conto di altri fattori, come la presenza di eventuali portatori di handicap ecc.

Questo indicatore viene richiesto per numerose prestazioni socio-assistenziali, cioè per avere diritto a bonus e detrazioni, ad esempio, sulle rette universitarie, sulle mense scolastiche, sugli sconti in bolletta, sull’esonero dal pagamento di tributi e imposte, ecc.

Come si ottiene?

Per ottenere l’Isee è possibile seguire una di queste due strade: rivolgersi ad un centro di assistenza fiscale (un Caf);
accedere con il proprio Spid al sito dell’Inps e compilare la dichiarazione sostitutiva unica (la Dsu) per la richiesta dell’Isee.

 

Isee: cosa cambia dal prossimi anno

Come spiega il portale la Legge per tutti
Dal 2022 cambia, in parte, il calcolo dell’Isee e, inoltre, viene allargato il numero delle prestazioni per le quali sarà richiesto questo indicatore come requisito indispensabile per poterne beneficiare.

Per ottenere l’Isee dal 2022, alcuni passaggi resteranno identici a quelli previsti in passato. Altri vengono modificati. Si parte sempre dall’individuazione del numero dei componenti del nucleo familiare su cui calcolare l’indicatore.

Il riferimento è quello della famiglia anagrafica al momento della presentazione della dichiarazione sostitutiva unica (la Dsu). Per esempio, fanno parte dello stesso nucleo familiare ai fini Isee due coniugi che hanno due residenze diverse per motivi di lavoro o per una separazione di fatto ma non quelli che hanno ottenuto la separazione giudiziale. Così come rientrano nello stesso nucleo i genitori non sposati e conviventi che hanno la stessa residenza.

I figli vengono calcolati nell’Isee del genitore con cui convivono, anche se risultano fiscalmente a carico dell’altro genitore. La regola vale anche per i maggiorenni conviventi, anche se sono fiscalmente autonomi. Se, però, i figli maggiorenni hanno spostato la residenza altrove, fanno nucleo a sé quando hanno compiuto i 26 anni, sono sposati o hanno figli oppure hanno un reddito che li rende indipendenti dai genitori.

Rischiano di finire nello stesso nucleo familiare i coinquilini che condividono un appartamento per risparmiare sulle spese: se hanno tutti la residenza nello stesso luogo, per evitare di formare un solo nucleo Isee tra di loro, ciascuno deve ottenere in Comune il proprio stato di famiglia.

L’arrivo dell’assegno unico sui figli porterà in alcuni casi delle novità sul concetto di nucleo familiare e, quindi, sul calcolo dell’Isee. Finora, l’assegno familiare (l’Anf) aveva come riferimento il reddito e non l’Isee del richiedente, che poteva essere un solo genitore. Ciò significa che la coppia aveva la possibilità di scegliere a quale dei due genitori conveniva chiedere l’assegno: presentando un reddito più basso, il contributo poteva essere superiore.

Con il nuovo assegno unico il discorso cambia. Essendo necessario l’Isee, infatti, andranno sommati i redditi ed i patrimoni mobiliari ed immobiliari di entrambi i genitori.

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