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«Italiani all'estero, la legge elettorale consente brogli»

«Italiani all'estero, la legge elettorale consente brogli»

La clamorosa audizione del presidente dell'Ufficio elettorale. Intanto Adriano Cario, con migliaia di voti falsi, resta in Senato grazie ai 5 Stelle. L'1 dicembre il verdetto

ROMA. La legge che regola le elezioni dei parlamentari italiani all'estero consente brogli, in quanto non permette di verificare che chi vota è realmente chi ne ha diritto e non qualcun altro. È questa la clamorosa conclusione a cui giunge il magistrato Flavia Perra, che di mestiere fa il presidente dell’Ufficio elettorale circoscrizione estero, cioè proprio colei che deve vigilare sulle operazioni di voto. La circostanza è emersa nel corso di una audizione davanti alla Giunta elettorale del Senato del 9 dicembre 2020, chiamata a giudicare della contestatissima elezione a senatore di Adriano Cario (del Maie, Movimento associativo italiani all'estero), ma è stata resa nota solo ieri con un comunicato stampa dagli avvocati Antonio Ciano e Silvio Bozzi, legali del candidato sconfitto da Cario nelle scorse elezioni parlamentari, l'ex deputato del Pd Fabio Porta. Il quale tre anni fa, finite le operazioni di spoglio della circoscrizione estera Sud America, presentò un esposto alla Procura  di Roma e un ricorso al Senato denunciando pesanti brogli che avrebbero determinato l'elezione di Cario.

In particolare, Porta lamentava gravi anomalie nei risultati di almeno 32 sezioni elettorali delle 99 del Consolato di Buenos Aires. La Giunta del Senato ha svolto accertamenti a campione su tre sezioni, mentre la Procura ha affidato gli accertamenti del suo perito su un campione di altre cinque sezioni elettorali. I risultati sono clamorosi: migliaia di voti arrivati al Consolato per posta risultano espressi dalla stessa mano, identica la grafia, in qualche caso sulle schede ci sono persino i segni di sovraimpressione, perché chi scriveva la preferenza lo faceva lasciando sotto altre schede elettorali. In una sezione le schede truccate sono l'86% del campione, in un'altra il 98% sono risultate contraffatte, in una terza ancora il 100% delle schede esaminate era vergato dalla stessa mano.

Come è stato possibile tutto ciò? Lo spiega appunto il presidente dell’Ufficio elettorale circoscrizione estero, Flavia Perra, nel verbale della Giunta elettorale del Senato: «Noi sappiamo che l’elettore formalmente esiste perché ha ricevuto la scheda, però poi chi materialmente abbia spedito o abbia espresso il voto non si può verificare. Cioè non c’è una certificazione diretta da parte di un funzionario pubblico. Mi sono spiegata?». La legge elettorale per gli italiani all'estero è quindi concepita male, in maniera da rendere impossibile controllare eventuali brogli.

Nonostante ciò, la Giunta, sorprendentemente, il 9 novembre scorso ha affossato il ricorso di Fabio Porta e accettato l'elezione di Cario, con il voto decisivo di Lega, Forza Italia e, udite udite, i 5 Stelle, paladini della trasparenza e dell'“honestà”. Sarà forse perché il senatore Cario si arruolò nella pattuglia dei “responsabili” che cercò di salvare il governo Conte bis e certe cose non si dimenticano. Il primo dicembre la seduta plenaria del Senato sarà chiamata, col voto segreto, a ratificare la decisione della Giunta o a capovolgerla. Nel frattempo in tutto il mondo è in corso una mobilitazione internazionale, grazie a molte associazioni di italiani all'estero, per chiedere che i beneficiari dei brogli documentati non restino in Parlamento. Il quotidiano “La Gente d'Italia”, diffuso tra gli italiani in Uruguay (Cario è nato a Montevideo) ha lanciato una petizione online sulla piattaforma “change.org”. Al Senato italiano l'ultima parola.

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