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«Vergogna, voglio giustizia», l'urlo <br>di Fabrizio Corona <br>al processo

«Vergogna, voglio giustizia», l'urlo <br>di Fabrizio Corona <br>al processo

È imputato al processo per 2,6 milioni di euro trovati in un controsoffitto

ROMA. "Vergogna, voglio giustizia". Perde la calma subito, all'inizio dell'udienza del processo a suo carico, Fabrizio Corona, imputato per quei 2,6 milioni di euro trovati in parte in un controsoffitto in parte in Austria e nel quale oggi è prevista la requisitoria del pm Alessandra Dolci. Dopo le grida dell'ex 're dei paparazzi', che si è agitato per una produzione di atti da parte dell'accusa, il presidente del collegio Guido Salvini ha deciso di interrompere momentaneamente l'udienza e di disporre che l'ex agente fotografico fosse portato fuori dall'aula.    

Il pm, tra l'altro, dopo alcune osservazioni dei difensori di Corona, aveva deciso anche di rinunciare alla produzione dei nuovi atti perché, ha spiegato, "io voglio concludere oggi" con la requisitoria e la richiesta di pena. Il giudice Salvini, prima di interrompere l'udienza, ha spiegato all'imputato che "questa è un'udienza importante per lei, stia tranquillo". L'udienza, dopo una breve pausa, è ripresa senza Corona in aula

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