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29 Novembre 2021 - 18:38
Non ci sono elementi al momento per affermare che la variante Omicron del covid provochi una malattia più grave. Né si può parlare di sintomi specifici. L'Istituto superiore di sanità, in un approfondimento dedicato alla nuova variante del coronavirus, fa il punto della situazione mentre i casi legati a Omicron aumentano in diversi paesi.
"Non ci sono ancora evidenze che l’infezione con Omicron causi una malattia più grave rispetto alle altre varianti. I dati preliminari suggeriscono che ci sia un tasso maggiore di ricoveri in Sud Africa, ma questo potrebbe essere dovuto all’aumento complessivo delle persone infette piuttosto che alla specifica infezione con Omicron", afferma l'Iss. "Al momento non ci sono informazioni che suggeriscano che i sintomi specifici associati a questa variante siano diversi da quelli dovuti alle altre", prosegue l'Istituto.
"I casi iniziali di infezione riguardano studenti universitari, persone giovani che tendono ad avere una malattia più lieve - spiegano gli esperti dell'Iss sul sito - ma per capire il livello di gravità dell’infezione causata da Omicron servirà più tempo (da alcuni giorni ad alcune settimane). Comunque si ricorda che tutte le varianti del Covid-19, inclusa la Delta che rimane al momento la variante dominante a livello globale, possono causare malattia grave o morte, in particolare nelle persone più vulnerabili, e la prevenzione rimane fondamentale", si sottolinea.
Anche contro la nuova variante Omicron "le strategie per ridurre la diffusione del virus Sars-CoV-2, oltre alla vaccinazione, rimangono le stesse: mantenere una distanza di almeno un metro dagli altri, indossare la mascherina con particolare attenzione specie negli ambienti chiusi o affollati, tossire o starnutire nel gomito o in un fazzoletto, frequente igiene delle mani, garantire una adeguata ventilazione degli ambienti chiusi. Se si è eleggibili a ricevere una dose booster, la raccomandazione è di prenotarla, mentre se non si è ancora vaccinati, è di prenotare l’appuntamento".
"Raggiungere i più alti tassi possibili di vaccinazione rimane la strategia chiave per ridurre il rischio di trasmissione di Covid-19 e picchi significativi nei casi, oltre che per ridurre la probabilità che emergano nuove varianti", sottolineano gli esperti dell'Iss.
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