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Dopo la campagna stampa contro il senatore Cario, attacco hacker contro il giornale

Dopo la campagna stampa contro il senatore Cario, attacco hacker contro il giornale

Alla vigilia del voto a Palazzo Madama sul parlamentare eletto all'estero con voti falsi, oscurato il sito del quotidiano che ha denunciato il caso

 

 

Mentre in Senato fervono le trattative in vista del voto di domani sulla validità dell'elezione di Adriano Cario, dopo la scoperta di migliaia di schede falsificate in alcuni seggi per gli italiani all'estero, un misterioso attacco hacker ha messo a tacere il sito internet del quotidiano “La Gente d'Italia”, battagliero giornale in lingua italiana edito in Uruguay che ha denunciato con forza i sospetti brogli e ha lanciato una sottoscrizione online sulla piattaforma “change.org” per chiedere l'annullamento dell'esito del voto.

È accaduto martedì 30 novembre. Il sito internet “genteditalia.org” improvvisamente non è stato più raggiungibile e ad oggi, mercoledì 1 dicembre, è ancora offline. Il crash, secondo un primo report, è dovuto ad un improvviso sovraffollamento dei contatti, una specie di violento bombardamento di centinaia di migliaia di richieste di accesso contemporanee che ha mandato in tilt i server. Una tecnica conosciuta nel mondo degli hacker e nemmeno tanto difficile da mettere in campo: si tratta di convogliare richieste di accesso alla medesima pagina del sito da parte di tanti computer allo stesso tempo. L'editore di “Gente d'Italia” ha denunciato il fatto alle autorità competente, mentre il direttore Mimmo Porpiglia e la redazione stanno ricevendo numerose telefonate da parte di lettori allarmati.

Sorprendente la “coincidenza” dell'attacco con il voto nell'aula del Senato sul caso Cario previsto per domani. Proprio il quotidiano “Gente d'Italia”, infatti, è stato tra i maggiori protagonisti della campagna stampa contro l'elezione del senatore all'estero, e da settimane ogni giorno pubblica l'elenco dei firmatari della petizione online sulla piattaforma “change.org” per chiedere a Palazzo Madama di annullare l'esito del voto degli italiani all'estero. Un caso scoppiato grazie alla denuncia dell'ex parlamentare del Pd Fabio Porta, battuto da Cario nell'ultima tornata elettorale. Da un lato la Procura della Repubblica di Roma, dall'altro la Giunta elettorale del Senato, hanno approfondito la questione con due distinte perizie che hanno entrambe appurato, su due diversi campioni di schede elettorali, che migliaia di voti per Cario erano stati espressi dalla stessa mano. Il presidente dell’Ufficio elettorale circoscrizione estero, il magistrato Flavia Perra, ascoltata a Palazzo Madama, ha ammesso che l'attuale legge elettorale per gli italiani all'estero non consente di accertare con sicurezza che ad esprimere il proprio voto per posta sia stato proprio colui che ne aveva diritto. Insomma, i brogli sono ben possibili e nessuno può farci niente, finché la legge non viene cambiata. Nonostante ciò, la Giunta per le elezioni del Senato ha bocciato la richiesta di annullare l'elezione di Adriano Cario. Hanno votato a favore del senatore del Maie i parlamentari di Forza Italia, Fratelli d'Italia e del Movimento 5 Stelle. Cairo, mentre il secondo governo Conte era in agonia, si era speso per formare il gruppo dei  cosiddetti “responsabili” che avrebbero dovuto salvare l'Esecutivo a guida 5 Stelle affossato dall'uscita dei renziani di Iv. Le cose andarono diversamente, ma il gruppo dei “responsabili” è oggi di nuovo rilevante in vista dell'elezione del Presidente della Repubblica, e i suoi voti fanno gola a diversi gruppi politici. Per questo, ora che a pronunciarsi sulla contestata elezione di Cario deve essere l'aula di Palazzo Madama in seduta plenaria, e a voto segreto, fervono le trattative tra i vari partiti. Forza Italia pare confermare il suo orientamento pro Cario, mentre Fratelli d'Italia, dopo le polemiche rimbalzate sulla stampa italiana per i voti palesemente truccati, sembrerebbe ripensare alla propria posizione. Molti mal di pancia anche all'interno delle file pentastellate, dove l'ordine di scuderia del semileader Conte a favore del “responsabile” Cario non è stato digerito da tutti i senatori, memori di essere arrivati sugli scranni di Palazzo Madama al grido di “onestà, onestà”.

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