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09 Giugno 2017 - 19:43
Le intercettazioni finite nel dibattimento per la trattativa tra Stato e mafia
«Berlusca mi ha chiesto questa cortesia... per questo è stata l'urgenza di... come mai questo qua, poi che successe, ero convinto che Berlusconi vinceva le elezioni in Sicilia, Berlusconi...». È quanto dice, senza sapere di essere intercettato, il boss Giuseppe Graviano, detenuto in carcere a un altro detenuto, Umberto Adinolfi, il 10 aprile del 2016. Gli atti delle intercettazioni sono adesso finiti nel dibattimento per la trattativa tra Stato e mafia. «Lui voleva scendere - dice ancora Graviano al suo interlocutore - però in quel periodo c'erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa...».
Le intercettazioni, come annunciato dal pm Vittorio Teresi all'inizio dell'udienza di oggi, sono state registrate «durante le due ore di socialità» nel carcere di Ascoli «tra il marzo 2016 all'aprile 2017». Intercettazioni che sono state trascritte con alcuni omissis. «Questa attività di deposito - dice Teresi - deve essere completata da supporti audio che stiamo predisponendo». Adinolfi è il boss di San Marzano sul Sarno, soprannominato ’a scamarda. Il pm Teresi ha anche chiesto l'audizione in aula del Boss Graviano.
«Al Signor Crasto gli faccio fare la mala vecchiaia», un altro passaggio del colloquio in cui Graviano farebbe riferimento all'ex presidente del Consiglio. Quando lo definisce “crasto", cioè “cornuto", non fa il suo nome ma i magistrati del processo trattativa Stato-mafia, sono convinti che si tratti proprio di Berlusconi. E riferendosi proprio al Cav dice: «Trenta anni fa mi sono seduto con te, 25 anni fa mi sono seduto con te, giusto? Ti ho portato benessere, 24 anni fa mi arrestano e tu cominci a pugnalarmi». E ancora: «Tu lo sai che mi sono fatto 24 anni, ho la famiglia distrutta ... alle buttane glieli dà i soldi ogni mese. Io ti ho aspettato fino adesso ... e tu mi stai facendo morire in galera senza che io abbia fatto niente». «Ma pezzo di crasto - continua lo sfogo di Graviano - ma vagli a dire come sei al governo. Che hai fatto cose vergognose, ingiuste...».
Tra la fine del 1996 e l'inizio del 1997, mentre era al carcere duro, il boss avrebbe messo incinta la moglie. A raccontarlo è lo stesso capomafia di Brancaccio. «Dormivamo nella cella assieme», confida Graviano all'amico. «Ti debbo fare una confidenza - racconta prosegue il boss - prima di nascere il bambino, prima di incontrarmi con mia moglie, ho detto “no ci devo provare"». Il ragazzo oggi frequenta l'università.
GHEDINI: MAI NESSUN CONTATTO TRA BERLUSCONI E GRAVIANO. «Dalle intercettazioni ambientali di Giuseppe Graviano, depositate dalla Procura di Palermo, composte da migliaia di pagine, corrispondenti a centinaia di ore di captazioni, vengono enucleate poche parole decontestualizzate che si riferirebbero asseritamente al Presidente Berlusconi». Lo scrive in una nota l'avvocato Niccolò Ghedini, senatore di Forza Italia, dopo la pubblicazione delle intercettazioni in carcere de l boss Giuseppe Graviano. «Tale interpretazione è all'evidenza destituita di ogni fondamento non avendo mai avuto alcun contatto il Presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano. Ogni illazione in proposito troverà adeguata risposta nelle sedi competenti», scrive Ghedini. «Che, del resto, il Presidente Berlusconi sia totalmente estraneo a fatti consimili è stato già ampiamente dimostrato in più sedi giudiziarie. È comunque doveroso osservare come ogni qual volta il Presidente Berlusconi sia particolarmente impegnato in momenti delicati della vita politica italiana e ancor più quando si sia nella imminenza di scadenze elettorali, si vota domenica in oltre 1000 comuni, appaiano nei suoi confronti notizie infamanti che a distanza di tempo si rivelano puntualmente infondate ed inesistenti ma nel frattempo raggiungono lo scopo voluto», conclude la nota.
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