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Dirigenti scolastici, l'ira dei 200 beffati

Dirigenti scolastici, l'ira dei 200 beffati

Un altro tassello si aggiunge nella vicenda relativa alle sorti dell’ultimo concorso per dirigenti scolastici, un concorso di cui se ne è parlato da due anni a questa parte e per il quale non si riesce a far luce e risolverne i lati oscuri. Già prima che terminassero le prove orali il TAR del Lazio aveva annullato l’intera procedura concorsuale ed invece il MIUR fece portare a termine le sessioni della prova orale da parte delle 38 commissioni coinvolte. Il Comitato Giustizia per l’orale è formato da quasi 200 docenti beffati nell’ultima prova concorsuale si sono ritrovati davanti al Ministero dell’Istruzione per far sentire la loro voce dato che, a distanza di tre anni, non hanno ricevuto risposta ai loro interrogativi. Hanno chiesto a gran voce giustizia, ma a dire il vero le loro richieste appaiono come voci senza suoni. Infatti nonostante la presenza di un dossier stilato in ben 91 pagine dove vengono dettagliate tutte le irregolarità riscontrate a partire dalla mancanza di requisiti da parte dei commissari, dai colloqui svolti in maniera non collegiale, da quesiti non inseriti nelle buste fino ad arrivare a commissari che si assentavano durante il colloquio. Tutto ciò è stato oggetto di ricorsi sia individuali che collettivi, ma ad oggi nessuna udienza è stata fissata dal Tar, eludendo palesemente il principio di trasparenza e celerità nella giustizia ammnistrativa. Dall’altro canto della vicenda vi è l’interlocuzione politica che nel corso di questo biennio ha visto un alternarsi e susseguirsi di promesse e silenzi dei parlamentari per eludere qualsiasi presa di posizione. Nel richiedere diretto confronto al Ministero, i referenti si sono trincerati in un completo silenzio. Nonostante fossero stati estesi inviti a livello istituzionale per prendere parte ad una conferenza stampa intesa come occasione e momento di confronto, solo l’on. Pittoni è intervenuto portando all’attenzione pubblica la sua proposta di un emendamento da votare per un corso-concorso riservato esteso però a tutti i ricorrenti, sia dello scritto che dell’orale. L’avv. Vernola ha invece espresso le sue perplessità riguardo l’ostile resistenza da parte del MIUR a prendere atto della vicenda e ha sottolineato la lungaggine dei tempi del Tar nel definire le date delle udienze. Non per ultimo la parola è passata al prof. Massimo Arcangeli, protagonista in questa vicenda in qualità di presidente di una Commissione esaminatrice. Alla luce delle prove e dati portati all’attenzione, non ha potuto far altro che dichiararsi allibito da queste realtà, soprattutto nell’andamento del metro valutativo mantenuto tra le 38 commissioni ed ha auspicato una risoluzione in tempi brevi. In questo scenario tempestoso si stanno agitando anche le acque della giustizia penale a fronte di esposti presentati tanto che sei procure in Italia stanno indagando su vari reati tra cui anche quello di falso in atto pubblico. Tutto ciò sembra irreale ma è quanto sta accadendo a docenti che chiedono giustizia a cui è stato negato la possibilità di rivestire un ruolo dirigenziale dopo anni di studio e d’esperienza maturata sul campo. Inoltre in questa situazione emergenziale che tutti stiamo vivendo a causa delle ripercussioni della pandemia, la richiesta di personale dirigenziale è estremamente sentita per poter garantire la tenuta del sistema scolastico in ogni ordine e grado. E’ alquanto anacronistico il fatto che stesso all’interno del ministero dell’Istruzione una fetta di personale si vede negare il confronto, il dialogo e soprattutto il non rispetto di uno degli articoli fondamentali della Costituzione quando all’articolo 4 si recita “che la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto”.

  Laura Cordella    

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