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30 Dicembre 2021 - 00:16
NAPOLI. Per cause naturali è morta ieri sera nella sua abitazione di Castellammare di Stabia, dove era nata e dove era tornata a vivere una volta uscita dal carcere, Assunta Maresca detta “Pupetta”, la prima donna boss nella storia della camorra.
Nata il 15 gennaio del 1935, divenne la sposa del boss Pasquale Simonetti conosciuto come “Pascalone ’e Nola”. Era stata reginetta di bellezza, e aveva anche avuto parentesi cinematografiche ma salì alla ribalta della cronaca negli Anni Ottanta per aver dichiarato guerra alla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. Ci voleva tanto coraggio e non a caso di lei si ricorda uno dei “botta e risposta” di camorra più eclatanti di tutti i tempi. Il 15 luglio 1955, suo marito fu ucciso da Orlando Carlo Gaetano, su mandato di Antonio Esposito, detto “Totonno ‘e Pomigliano”, che era stato anche loro testimone di nozze.
Ma il 4 ottobre Pupetta Maresca, giunta nel frattempo al sesto mese di gravidanza, si vendicò come un’azione da uomo: non si fece scrupoli di uccidere lo stesso “Totonno”, che cadde per una terribile raffica di proiettili. Per questo fu arrestata e condannata a 13 anni e 4 mesi (con l’attenuante della “provocazione”), venne graziata 10 anni dopo. La storia ci dice altro sulla donna boss. Figlia di un noto contrabbandiere (Alberto Maresca), Pupetta si dedicò poi al cinema dopo la grazia ricevuta, fin quando non si sposò con Umberto Ammaturo, detto “‘o pazzo”, uno dei più pericolosi criminali italiani di tutti i tempi.
Nonostante i 2 figli avuti dall’uomo, il primo figlio (nato da Simonetti) non ebbe mai buoni rapporti con Ammaturo. E quando il giovane sparì in circostanze misteriose, tutti gli indizi portarono proprio al patrigno, sebbene prove non ne furono mai trovate. L’uomo fuggì poi in Perù, dove si rifece una vita con una nuova compagna. Pupetta Maresca negli anni ottanta si scagliò apertamente contro Raffaele Cutolo e la sua camorra organizzata. Accusata dell’omicidio di Ciro Galli, uomo di fiducia di Cutolo, non esitò a sfidarlo pubblicamente.
"Se per Nuova Famiglia si intende tutta quella gente che si difende dallo strapotere di quest’uomo, allora mi ritengo affiliata a questa organizzazione", disse il 13 febbraio del 1982, in una conferenza stampa indetta nel bel mezzo della guerra tra la Nuova Famiglia e la Camorra Organizzata. Nel 1986 venne arrestata proprio per l’affiliazione alla Nuova Famiglia, e i suoi beni vennero sequestrati. Tornata in libertà, era tornata a vivere a Castellammare di Stabia, nel Napoletano, dove nella giornata di ieri si è spenta all’età di 86 anni.
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