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La Campania senza respiro

La Campania senza respiro

I nuovi positivi sono 11.492, balzo in avanti anche dei ricoveri: +64 gli ordinari

NAPOLI. Crescono senza sosta i nuovi casi di positività al Covid in Campania. Sono 11.492 quelli risultati dal bollettino aggiornato dell’Unità di crisi rispetto ai 9.802 di mercoledì: il tutto su 115.863 tamponi contro i precedenti 111.379. Il tasso di positività passa dall’8,80 al 9,91 per cento. Otto i deceduti nelle ultime 48 ore cui se ne aggiungono due dei giorni precedenti ma registrati ieri. I posti letto occupati in terapia intensiva sono 41, quattro in più di mercoledì, e quelli in area medica 651, con un balzo in avanti di 64. ANM SENZA UN QUARTO DEGLI AUTISTI. Intanto, l’Anm l’azienda di trasporto pubblico a Napoli, si trova con il 25 per cento degli autisti a casa perché malati o in quarantena. Per questo si è deciso di ridurre del 20 per cento il servizio fino al 9 gennaio, salvo proroghe ulteriori, salvaguardando le linee a maggiore frequentazione.

L’ALLARME DEI MEDICI DI FAMIGLIA. Intanto, la sezione campana della Federazione italiana dei medici di medicina generale lancia l’allarme: «I nostri studi sono come le terapie intensive nel corso della prima ondata». Luigi Sparano attacca: «Senza alcun supporto da parte dei Distretti e dei Dipartimenti di prevenzione anch’essi in evidente sovraccarico non saremo in condizione di reggere ancora a lungo». Tra positività, quarantene, terapie domiciliari e consulti telefonici, sono centinaia le richieste che quotidianamente arrivano ai singoli medici di medicina generale, richieste di assistenza che si sommano a quelle in presenza negli studi. «Reggere quest’onda d’urto - spiega Corrado Calamaro - non è possibile. La minore gravità dei pazienti affetti da Covid si traduce in un carico impossibile da sostenere anche perché al medico di base viene demandata anche tutta la burocrazia legata alla gestione della malattia».

La Fimmg evidenzia che i medici stanno rispondendo a tutte le chiamate. «Parliamo - aggiunge Sparano - di migliaia di persone che hanno il Covid o che hanno sintomi influenzali. Numeri che aumentano in modo esponenziale e che ci portano a credere che nelle prossime settimane la situazione possa rischiare di diventare ingestibile e dunque servono decisioni immediate su obbligo vaccinale, limitazioni più strette agli assembramenti e modelli di relazione e comunicazione diretta efficaci ed efficienti tra i medici di medicina generale e i sistemi di sanità pubblica che hanno la responsabilità delle quarantene e degli isolamenti, come dell’accesso ai tamponi molecolari nel pubblico». L’ALLARME DEI MALATI DI AIDS. Intanto, le associazioni Antinoo-Arcigay e Network persone sieropositive denunciano che a causa del Covid «i pazienti, affetti da patologie infettive che richiedono assistenza specialistica infettivologica, come l’infezione da Hiv e da patologie Aids correlate, da tubercolosi, sepsi e da meningiti, dovranno trovare altra collocazione sul territorio, spesso in ospedali in cui non è presente la figura dell’infettivologo. La decisione di chiudere tutti i reparti specializzati in infettivologia, è un atto criminale, fuori legge e incostituzionale. La Regione deve intervenire immediatamente».

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