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De Luca, una furia contro Draghi

De Luca, una furia contro Draghi

 Dopo lo stop all’ordinanza sulla scuola, il governatore si scatena: «Sconveniente l’assenza di risposte a noi»

NAPOLI. Il giorno dopo lo stop del Tar all’ordinanza di chiusura fino a fine gennaio di asili, scuole elementari e medie, Vincenzo De Luca è una furia. E l’obiettivo è uno: Mario Draghi.

IL DURO ATTACCO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Basta poco, a margine del consiglio regionale convocato per designare i delegati della Regione Campania all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, per scatenare lo “sceriffo”. «Ho ascoltato la conferenza stampa del presidente del Consiglio che ho trovato per un verso sconcertante e per un altro insopportabilmente demagogica - esordisce -. E dico sconcertante perché prima di parlare ha delimitato il recinto nel quale i giornalisti potevano muoversi. Ed è francamente è incredibile che quali domande si possono e non possono fare. Sono cose da democrazie cosiddette “protette”». Il governatore precisa: «Ovviamente il presidente del Consiglio è libero anche di mandare al diavolo il giornalista che fa la domanda o di non rispondere. Non credo però che possa delimitare l’ambito delle domande. Mi smebra che in Italia ci sia una sorta di narcotizzazione della ragione critica che mi auguro sia ritrovata quanto prima possibile». Poi la stoccata: «Draghi ha parlato per mezz’ora assieme ministro della Pubblica istruzione contro la didattica a distanza generalizzata che non ha chiesto nessuno in Italia. E in questo modo si è candidato anche lui all’iscrizione nel club degli sfondatori di porte aperte».

LA POLEMICA SULL’ORDINANZA SOSPESA DAL TAR CAMPANIA. Il governatore, poi, definisce «sconveniente il fatto che non ci sia stata un risposta di merito al problema limitato alla Regione Campania. Avevamo previsto per la scuola due settimane di respiro, limitate alle elementari e alle medie, per organizzarsi al meglio. Ora avremo scuole nelle quali i bambini sono senza mascherina, perché le Ffp2 nel frattempo non sono arrivate, e mi dicono che i bambini delle elementari sono stati costretti a stare in classe con le finestre aperte, i cappotti addosso e i cappelli in testa. Si sarebbe dovuto parlare di questo». Il numero uno di Palazzo Santa Lucia ricorda che «il Tar ha concesso la sospensiva rispetto alla richiesta del Governo e ha fissato per il 22 febbraio la discussione in collegio. Per quella data sarà cambiato il mondo. I due punti forti su cui si è basata la richiesta di sospensiva sono che la regione non è in zona rossa e il Governo nei suoi decreti ha messo in campo tutte le misure necessarie per contenere il Covid. Rispetto al primo punto, penso che non si sia obbligati ad aspettare di arrivare prima in zona rossa per prendere misure preventi ve. Noi abbiamo una linea diversa dasempre, è pensiamo che le decisioni si debbano prendere prima che sia esploso il problema, non dopo. Per quanto riguarda le misure previste dal Governo, mi sembrano tutte virtuali e in larga misura inattuabili, a cominciare dai tracciamenti e dalla garanzia da dare ai presidi e conseguentemente alle famiglie di tranquillità». Ma, rileva De Luca, «ho l’impressione che da qui all’elezione del Presidente della Repubblica, che in Italia va tutto bene, che l’economia è aperta, le scuole sono aperte e viviamo nel migliore dei mondi possibili. Credo che la lettura della situazione dell’Italia debba essere meno pacificata e un po’ più ragionevole. Comunque, se può fare piacere, anche la Campania da oggi può dire che va tutto bene, è tutto aperto, il Covid è un raffreddore. E se volete posso anche giurarvi di aver visto il presidente Draghi camminare sulle acque del Tevere».

LA CAMPAGNA VACCINALE PER I BAMBINI. Infine: «Saremo impegnati all’ultimo respiro per ampliare quanto più possibile la platea di bambini vaccinati. Già l’altro giorno abbiamo avuto un bel risultato, siamo a 59mila vaccinazioni per la fascia 5-11 anni e faremo l’impossibile per far arrivare per fine gennaio oltre i 100mila, 120mila bambini vaccinati».

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