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Ascierto: «Vaccino unica salvezza»

Ascierto: «Vaccino unica salvezza»

L’oncologo: «La chiusura delle scuole? Personalmente ero d’accordo con il presidente De Luca»

NAPOLI. «Il blocco dei ricoveri e delle prestazioni ambulatoriali non urgenti negli ospedali disposto dall’Unità di crisi? Un provvedimento che speravamo scongiurato dopo il miracolo di avere avuto dei vaccini contro il Covid in così poco tempo. Così purtroppo non è stato. Il Pascale, per la sua tipologia di pazienti, non ha mai rallentato la propria attività, ma è innegabile che gli effetti devastanti della pandemia continuano a farsi sentire anche nei nostri reparti».

A dirlo è Paolo Ascierto, direttore dell’Uoc di Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell’Istituto tumori Pascale di Napoli.

Dottor Ascierto, gli effetti devastanti a cui lei fa riferimento riguardano il rischio che in tanti, anche per paura, non ricorrano alle cure o non si sottopongano a screening salvavita?

«Purtroppo sì, il rischio diventa ogni giorno di più una certezza scritta nei numeri. La mancanza di prevenzione ha fatto aumentare i casi di tumori negli ultimi 2 anni in alcune patologie anche in maniera esponenziale. Questo aspetto è uno dei più importanti che mi preme sottolineare. E allora che fare? Il punto è sempre lo stesso: dobbiamo vaccinarci. Sappiamo ormai molto bene quanto la vaccinazione abbia ridotto le complicanze e soprattutto l’ospedalizzazione. Ed è su questo fronte che dovremmo tutti concentrarci per permettere una immunizzazione collettiva, perché se è vero che oggi il virus circola in maniera incontrollata, la maggior parte dei soggetti positivi vaccinati sono asintomatici o paucisintomatici e solo raramente richiedono l’ospedalizzazione. Chi finisce per Covid in terapia intensiva è chi ha rifiutato il vaccino. Solo il vaccino, e più in generale una maggiore fiducia nella scienza, può farci uscire dal tunnel della pandemia. Ovviamente bisogna continuare nel frattempo ad adottare tutte le misure di prevenzione per ridurre il rischio di contagio come ormai, da due anni, siamo abituati a fare senza mai abbassare la guardia: mascherina, distanziamento. Questa fiducia nella scienza deve portarci a non trascurare altri aspetti della salute, come la prevenzione oncologica, per non veder crescere il numero delle diagnosi tardive e non ritardare terapie che in alcuni casi possono essere salvavita. Bene ha fatto la Regione nell’ultimo decreto a salvaguardare le attività di screening oncologico».

La sospensione delle attività didattiche per alcuni gradi scolastici in Campania, con l’ordinanza di De Luca poi sospesa dal Tar, è stata a suo giudizio opportuna?

«Personalmente ero d’accordo con il provvedimento preso dal governatore. Questo è un momento cruciale con un forte aumento dei casi e, soprattutto dei ricoveri in ospedale e terapie intensive. Se vogliamo preservare le attività produttive una decisione va presa per limitare il numero dei contagi e le sue conseguenze. Purtroppo, l’elevato numero di contagi è anche causa di ripercussioni nella vita quotidiana: treni e aerei che vengono cancellati per mancanza di personale causa Covid, dipendenti ridotti anche in diverse industrie ed infrastrutture con complicazioni anche per la produzione. D’altra parte la Regione chiedeva solo un ricorso alla Dad per un periodo limitato di due-tre settimane, tempo che si sarebbe potuto sfruttare per vaccinare i ragazzi della scuola primaria e media». Il Pascale è stato in prima linea nella ricerca per le cure anti-Covid. A che punto siamo? «Ormai le terapie a disposizione per curare il Covid, per ridurre i sintomi sia nella fase iniziale che avanzata, sono oggetto di centinaia di studi, molti dei quali hanno dato risultati confortanti permettendo di ridurre in molti casi le complicanze acute e tardive da SarsCoV-2. Il tocilizumab, la cui sperimentazione è partita proprio da noi, ne è un esempio: è stato autorizzato dall’Agenzia europea del farmaco per curare i pazienti gravi, sulla base del risultato dello studio che ha dimostrato una riduzione del rischio di morte del 13 per cento».

Come si può sconfiggere definitivamente il virus?

«Più che il virus, la pandemia verrà sconfitta quando il virus diventerà endemico, ovvero diffuso come i tanti virus influenzali e parainfluenzali a cui siamo abituati. Dal mio punto di vista ci siamo molto vicini. Abbiamo vaccini efficaci, molto presto arriveranno addirittura le nuove versioni di vaccini. Abbiamo antivirali ed anticorpi monoclonali che possono dare un importante contributo nel limitare lo sviluppo di forme gravi. Infine, ci sono dei farmaci che possono aiutare anche nella polmonite severa, come il cortisone, il tocilizumab e l’anakira. Tuttavia, quello che possiamo, e dobbiamo fare, al momento è imparare a conviverci, adottando tutti i meccanismi di protezione individuale fintanto che il virus circolerà ancora tra di noi».

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