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13 Gennaio 2022 - 07:58
Ricorre oggi un triste anniversario , sono passati dieci anni dal naufragio della Costa Concordia, la nave da crociera che il 13 gennaio 2012 urtò le Scole, un gruppo di scogli vicino all'Isola del Giglio.
L’impatto causò un grosso squarcio lungo circa 70 metri sul lato sinistro.
Dopo il sinistro la navigazione si interruppe e lo sbandamento causato dall’impatto la fece incagliare sul fondale. La nave iniziò ad affondare ma la situazione peggiorò anche per i ritardi della richiesta di aiuto.
In quelle ore persero la vita 32 persone tra passeggeri e membri dell'equipaggio, e altre 157 rimasero ferite. Da quel giorno, Francesco Schettino, comandante della nave, è diventato tristemente famoso
IL capitano è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione, che sta scontando nel carcere di Rebibbia, a Roma.
Concordia, figlia Schettino: "Cordoglio per le vittime ma serve verità sui fatti"
“Rinnovo il sentito cordoglio rivolto da mio padre in tribunale alle famiglie per il dolore prodotto dalla prematura perdita dei loro cari”, dice a 'Notizie.com' Rossella Schettino, figlia del comandante della Costa Concordia, nella ricorrenza dei 10 anni dalla tragedia. “Un clamoroso e inspiegabile malinteso ha scatenato l’incidente, dove tutte le difese sono state violate, come dimostra la scatola nera".
Il capovolgimento della nave dopo la collisione con lo scoglio "ha trasformato i ponti in pareti verticali, di conseguenza alcune persone sono cadute nei pozzi degli ascensori e sono rimaste intrappolate, mentre quelle che sono cadute in mare sono rimaste bloccate sotto il lato della nave che si stava rovesciando”. Quanto al comandante Schettino, "quando si rese conto dell’imminente pericolo dovuto alla drastica inclinazione del pavimento e del fatto che la scialuppa di salvataggio a dritta che imbarcava passeggeri veniva risucchiata sotto la nave che si capovolgeva, mio padre fu gettato con forza fuori bordo e invece di cadere in mare, raggiunse il tetto della scialuppa insieme ad altri membri dell’equipaggio e liberò la barca con i passeggeri dentro dal rischio di essere trascinati sotto e schiacciati dalla nave in caduta".
A giudizio di Rossella Schettino, "l’incessante trasmissione di una banale conversazione telefonica è servita allo scopo di impedire alla gente di concentrare la propria attenzione sulla comprensione di ciò che è successo e del perché. Il 13 gennaio non è un evento da celebrare ma una dolorosa ricorrenza in cui non si dovrebbe lasciare spazio a nessuna forma di celebrazione. Poiché non è possibile tornare indietro nel tempo, per rendere omaggio alla memoria di coloro che hanno perso la vita, dovremmo essere pronti ad accettare la nuda e cruda verità sul perché i tragici fatti si sono svolti e sono degenerati al peggio. Data la vasta gamma di tecnicismi e la natura complessa dell’incidente, sarebbe opportuna un’ulteriore analisi per affrontare l’incidente e i fattori che vi hanno contribuito”.
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