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01 Marzo 2022 - 16:30
“In attesa da oltre un anno del Tfr: sono i circa 100 ex lavoratori di Tirrenia-CIN a pagare il prezzo più alto di una gestione della compagnia che si è conclusa con la consegna nel giugno 2020 dei libri contabili al tribunale fallimentare di Milano. Adesso, il governo sblocchi le liquidazioni, anche perché si tratta di somme che non possono in alcun modo rientrare nella procedura di concordato”.
Lo afferma Andrea Vallascas, deputato di Alternativa, che ha presentato un’interrogazione ai Ministri delLavoro e dello Sviluppo Economico per sollecitare lo sblocco delle liquidazioni degli exdipendenti, in pensione o in quiescenza, dell’azienda, sospese all’indomani dell’avvio della procedura di concordato preventivo.
“Se da una parte il concordato con continuità aziendale consente all’azienda di proseguire l’attività, dall’altra – sottolinea Vallascas -, prevede comunque il congelamento dei pagamenti e dei debiti pregressi dell’azienda sino alla conclusione del procedimento, così come vengono temporaneamente sospese le posizioni aperte all’INPS e all’Agenzia delle Entrate”.
“La conseguenza – prosegue l’esponente di Alternativa – è che tra i pagamenti bloccati cisono anche quelli degli ex marittimi e amministrativi a cui spetta la liquidazione del TFR ealtri benefici economici non ancora goduti, come la tredicesima, la quattordicesima, i riposie le spese di viaggio. Il Tfr non può essere in alcun modo considerato né un debito né un credito aziendale: si tratta di quella quota trattenuta mensilmente sul cedolino che viene pagata e versata al fondo di tesoreria INPS. Quindi non rientra nell’ambito della procedura fallimentare, ma è una somma dovuta che sarà comunque erogata indipendentemente dagli esiti del procedimento”.
“Il ritardo – conclude Vallascas - sta provocando una situazione oggettivamente insostenibile e di grave disagio tra pensionati e lavoratori in quiescenza che hanno dedicatoun’intera vita alla navigazione svolgendo un lavoro complesso e ricoprendo mansioni, in molti casi, usuranti, circostanza che rende ancora più urgente e necessaria l’erogazione della liquidazione anche per accedere a legittime necessità medico-sanitarie”.
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