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07 Marzo 2022 - 15:51
"È in gioco la nostra esistenza, veramente. Putin ama l'idea dell'impero russo, lo vuole ricostituire e l'Ucraina ne faceva parte. Ci ha attaccato perché l'Occidente in questi anni non ha reagito: prima c'è stata la Georgia, poi la Moldavia, la Crimea, infine il Donbass. I russi hanno pensato di poter fare tutto, vi hanno corrotto con i loro soldi e avete chiuso gli occhi. Adesso è troppo: se l'Ucraina cade, non sarà l'unica. Poi sarà la volta della Polonia, i Paesi baltici, la Serbia. Vi mangeranno pezzo a pezzo".
PAROLE INASCOLTATE
Sono le parole inascoltate di Vladimir Yatsenko, produttore cinematografico ucraino. Ha 44 anni ed è originario del Donbass, lo scorso settembre era al festival di Venezia a presentare la nuova opera di Valentyn Vasyanovych 'Vidblysk' (Riflesso), oggi è a Kiev con i bombardamenti in sottofondo, e combatte per il Paese.
CI VOGLIONO RIDURRE IN SCHIAVITU'
"I russi ci vogliono ridurre in schiavitù, io non voglio esserlo". Ha messo in sicurezza moglie e figli, ed è tornato nella capitale nella notte: "A un certo punto, hanno bloccato il treno per timore di bombardamenti, hanno spento le luci e siamo andati avanti così. Ora la capitale è deserta, la notte è stata più tranquilla e fino a stamattina alle 8 c'è il coprifuoco, in vigore continuativamente da venerdì. Nessun civile può girare per le strade, tranne coloro che si sono offerti di difendere la città armi in mano. Le hanno distribuite (ai volontari) ma questi non hanno uniformi né documenti, un gran confusione...".
LE BUGIE DEI RUSSI
Yatsenko denuncia le "bugie dei russi" ma anche il "tradimento" dei Paesi europei. "Molti di loro non sono pronti a combattere per i loro valori".
"Nel 2014, a Maidan gli ucraini sono morti per i principi e i valori europei, ma l'Unione europea ha detto che non eravamo pronti a entrare. La questione è se l'Ue è pronta a combattere per i suoi principi. Noi siamo la frontiera, lo siamo sempre stati, e la nostra scelta è sempre stata quella dell'Europa".
CI ESPRIMONO CONDOGLIANZE E NIENTE ALTRO
In questa situazione, di fronte all'invasione russa, ci continuano a esprimere "le più profonde condoglianze, ma nient'altro", per diverso tempo "hanno preso soldi russi e tenuto le bocche chiuse". Ora le cose sono cambiate e "ne siamo contenti" ma "quello di cui abbiamo bisogno dall'Europa sono armi per difenderci".
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