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«Ora si abbassino le accise»

«Ora si abbassino le accise»

Nunziata: «Si rischia il collasso». Amoroso: «Snellire gli iter autorizzativi degli impianti»

NAPOLI. Abbassare le accise per ridurre il caro carburante. Lo richiedono i trasportatori, gli idraulici, gli elettricisti, i falegnami. Tutti professionisti che si spostano con i propri mezzi ogni giorno per lavoro. Ma anche il mondo della ristorazione, dell’imprenditoria, le famiglie.

La bolletta pesa su tutti. «Si rischia il collasso del Paese che faticosamente stava raggiungendo un minimo di serenità economica dopo la crisi pandemica», afferma Carmela Nunziata, co-founder di Grado Zero Denim di Ottaviano. «L’aumento vertiginoso dei beni di prima necessità, luce, gas ed ora anche il carburante, impone al Governo una scelta decisa, non più eludibile, e a trovare subito una soluzione, che può essere la riduzione per qualche mese della tassazione fino alla riduzione di alcune accise, ed aumentando solo i prezzi delle nuove forniture, non quelli delle merci in giacenza, evitando speculazioni che vanno a gravare sui cittadini alimentando l’inflazione e la riduzione della produzione».

Antonello Amoroso, founder Gruppo Amaranto, rileva che già prima del conflitto in Ucraina il prezzo dell’energia era elevato: «L’Italia, come dichiarato dal ministro Cingolani, potrebbe diventare indipendente in circa tre anni e in modo graduale. Basterebbe sfruttare al meglio le risorse, come sole, vento, mare e non solo, accelerando i procedimenti autorizzativi dei progetti fotovoltaici eolici e di altre fonti rinnovabili già presentati. Lo scoglio sono gli enti locali ma il Governo sta già usando i poteri sostituivi dei ministri per autorizzare anche quello che le regioni negano. E’un ottimo segnale ma porta via tempo, sarebbe opportuno invece che il Governo commissariasse tutti i dipartimenti energia delle Regioni e gestisse in autonomia gli iter autorizzativi. Ovviamente autorizzando solo i progetti ben fatti e nel rispetto dell’ambiente».

Per l’economista Gianni Lepre «la lievitazione dei costi delle materie prime scoraggiano gli analistinel ripianare gli svantaggi, ma a dirla tutta, nemmeno lo Stato conforta nell’abbassamento della pressione fiscale attraverso l’eliminazione o almeno la drastica riduzione delle cosiddette tasse derivate. In questo senso, l’ammortamento di accise ed Iva sui beni primari potrebbe rappresentare quella valvola di sfogo di cui l’economia nazionale adesso ha urgente bisogno, oltre all’individuazione di fonti energetiche di provenienza alternativa». E Carmine Pettinati, operatore del settore della ristorazione con Pollo doc, è chiaro: «Assistiamo ad una scalata dei prezzi quotidiana, non solo del carburante, che presto interesserà tutto il sistema economico e sociale: a pagarne di più saranno solo le imprese che potrebbero ridurre le attività ma il potere di acquisto degli italiani che avranno meno risorse per i consumi»

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