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Economia di guerra: si fermano 70mila tir

Economia di guerra: si fermano 70mila tir

NAPOLI. Oggi non accenderanno il motore circa 70mila mezzi pesanti (fra bilici e autotreni), in seguito alla decisione delle imprese dell’autotrasporto di non caricarsi di ulteriori oneri finanziari per l’impossibilità di far fronte da sole agli aumenti record nel costo del carburante. I tir resteranno nei relativi parcheggi bloccando le consegne anche in Campania. Il comparto, infatti, è stato travolto dagli aumenti del costo del carburante che, di fatto, hanno reso anti-economica l’attività. IMPATTO IN CAMPANIA. «Solo grazie all’intervento in extremis di molte società della committenza, che hanno riconosciuto all’autotrasporto una parte degli extra costi in tariffa, il numero dei mezzi che non partiranno non sarà di quattro volte maggiore». La stima arriva da Trasportounito sulla base dell’esito delle assemblee che si sono svolte ieri in varie parti d’Italia, tra cui anche San Marco Evangelista, in provincia di Caserta, dove la sigla sindacale ha confermato la decisione di non lavorare fino a domani (la commissione di garanzia ha imposto lo stop), quando è prevista una riunione al ministero dei Trasporti, a Roma. Ma a subire pesanti ripercussioni potrebbe essere la città di Maddaloni, sempre nel Casertano, polo della logistica e dell’autotrasporto. IL PROBLEMA ALL’ATTENZIONE DI DE LUCA. Il problema è finito anche all’attenzione del governatore, Vincenzo De Luca «attraverso una mozione da discutere al primo consiglio utile», annuncia il consigliere regionale di Italia Viva Vincenzo Santangelo, componente della commissione Trasporti. «Gli autotrasportatori sono stati le prime incolpevoli vittime indirette dell’assurdo conflitto in Ucraina. La politica deve farsi carico con responsabilità e immediatezza di questa situazione se vogliamo evitare che si arrivi al collasso», spiega Santangelo. Che poi lancia l’allarme: «Lo stop del trasporto significa compromettere migliaia di posti di lavoro e, allo stesso tempo, causare un aumento indiscriminato dei costi dei prodotti. Dobbiamo evitare che si inneschi questo effetto domino». PSICOSI “SCAFFALI VUOTI”. Già, un effetto domino che si vede già nella psicosi da “scaffali vuoti”. Per fortuna non ci sono state le file che si erano viste sabato, ma anche ieri fuori e dentro numerosi supermarket di Napoli e della provincia, dalla zona flegrea a quella Nord, l’affollamento era superiore al normale. Insomma, vuoi per il fermo annunciato da una parte degli autotrasportatori a cominciare dalla giornata di oggi, vuoi per il timore di ulteriori aumenti dei generi di prima necessità o, peggio ancora, di un possibile razionamento, sta di fatto che i napoletani anche ieri hanno continuato a fare scorte di cibo. RESTANO I CARTELLI PER I TETTI AGLI ACQUISTI. Certo, non siamo ancora alle scene viste due anni fa, ai tempi del lockdown per il Covid-19, ma poco ci manca. Ad essere “presi di mira” dai consumatori sono sempre gli scaffali di pasta, farina, olio e scatolame. Al punto che anche ieri in molti supermercati sono comparsi cartelli tra gli scaffali per imporre dei tetti di acquisto a farina, zucchero, olio di oliva e pasta di semola, per evitare fenomeni di accaparramento massiccio. PER ORA NON C’È SCARSITÀ DI PRODOTTI. I supermercati napoletani per ora non hanno un problema di scarsità di prodotti, ma è chiaro che se nei prossimi giorni il fenomeno dell’accaparramento dovesse aggravarsi si faticherebbe a rifornire gli scaffali. Una psicosi che non riguarda solo Napoli, ma che ieri è tornata a manifestarsi anche in Sardegna, Sicilia e in varie città del Nord Italia. PATUANELLI: IMMOTIVATI ASSALTI AI SUPERMERCATI. A riprova che la psicosi supermarket è seria, ieri è stato il Governo ad intervenire per cercare di rassicurare i cittadini. Pur non negando i problemi sulle materie prime, il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, ha spiegato che «dobbiamo anche dare un messaggio di speranza e tranquillità ai cittadini perché in questo momento non ci sono motivi per fare l’assalto agli scaffali del supermercato».

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