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22 Marzo 2022 - 11:07
Addio alle misure anti-pandemia in Italia, ma la cautela è d'obbligo. I contagi sono aumentati in modo significativo e tornano a crescere, se pure in modo lieve, ricoveri in areee mediche e terapie intensive degli ospedali.
Da un'analisi dei dati diffusi dal ministero della Salute nei bollettini quotidiani sui contagi, i nuovi casi di Covid-19 sono stati in totale 477.340 negli ultimi 7 giorni: +40,05% rispetto alla settimana 7-13 marzo (340.825 casi).
E mentre sull'onda della spinta da parte del mondo economico e di parte della politica per un ritorno repentino alla normalità, il governo, in Cdm, ha deciso lo stop allo Stato di emergenza insieme a una serie di misure che - secondo quanto dichiarato dal ministro Speranza - "ci consentiranno, con gradualità, dal 1° maggio, il superamento del green pass", il mondo della scienza invita a fare molta attenzione. Sostanzialmente, chiuso lo stato di emergenza, dal 1° aprile si continuerà a gestire la pandemia basandosi sul green pass, base o rafforzato, che consentirà di accedere a luoghi pubblici, scuole, luoghi di lavoro.
Via i colori per le Regioni
Quello su cui si continuerà ad effettuare un monitoraggio serrato saranno i ricoveri che, in questa fase, malgrado i contagi in risalita, restano bassi. Quello che preoccupa virologi ed epidemiologi è l'illusoria atmosfera del "liberi tutti", in un momento in cui la campagna vaccinale ha subìto una brusca frenata: nella settimana dal 4 all'11 marzo le prime dosi sono state 18mila (la prima settimana di febbraio erano state 167mila). "Ancora una quota significativa di italiani non ha neppure una dose di vaccino", ha ricordato il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro, commentando i dati settimanali della cabina di regia sulla situazione epidemiologica.
"Guardando alla crescita del numero di nuovi casi, è verosimile che nelle prossime settimane anche i numeri dei ricoveri comincino a salire", ha osservato. E Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, ha ricordato: la variante "Omicron 2 è il 30% più contagiosa di Omicron, si avvicina al morbillo e alla varicella ma chi ha la tripla dose è protetto dalle forme gravi.
Purtroppo chi ha fatto il Covid con l'ondata Omicron di dicembre oggi può reinfettarsi, parliamo di una quota di un 10%", ha detto. "Se togliamo le mascherine al chiuso c'è la possibilità di nuova ondata di contagi a giugno e luglio", ha avvertito, sottolineando che si può pensare di lasciare le aperture dal primo maggio, "ma comunichiamo chiaramente che c'è la possibilità di tornare indietro se il numero dei ricoverati e delle terapie intensive si alza come in passato". Del resto lo stesso premier Draghi, nella conferenza stampa al termine del Cdm che aveva dato il via libera all'allentamento delle misure, ha chiarito: "Osserviamo con grande attenzione l'andamento della curva epidemica e siamo pronti ad adattare il nostro apparato alla sua evoluzione, anche in senso più espansivo, se è il caso".
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