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24 Marzo 2022 - 15:58
Aveva capito tutto con venti anni di anticipo Emanuele Severino, uno dei più grandi filosofi italiani dell'ultimo secolo, morto nella sua Brescia il 17 gennaio 2020.
Nel suo libro Techne, apparso per la prima volta nel 1979, Severino nelle prime pagine della prefazione scriveva che la contrapposizione tra Russia e Usa non era mai cambiata, perché "non è mai mancata la capacità dell'arsenale nucleare russo di competere con quello americano".
Parole che potrebbero essere scritte oggi, dopo l'invasione dell'Ucraina. Nel 2002, infatti, i segnali per pensare a un disgelo Est-Ovest c'erano tutti: l'accordo anti-terrorismo firmato da Nato e Russia e, quattro anni prima, il Nato-Russia Permanent Joint Council che avrebbe dovuto portare all’ingresso di Mosca nell’Alleanza Atlantica.
PROFONDA CRISI UNIONE SOVIETICA
Severino, però, guarda la situazione nella suai interezza: "Dal 1989 ho sempre sostenuto che, nonostante la crisi profonda dovuta al crollo dell'Unione Sovietica, la Russia, ma propriamente, l'apparato scientifico-tecnologico sotteso all'Unione Sovietica e alla Russia-Csi, sarebbe riuscito a sopravvivere sino al momento in cui avrebbe potuto attivare e sfruttare le enormi risorse naturali della Russia e delle altre repubbliche ex sovietiche della Csi" (Comunità stati indipendenti).
DUALISMO USA - URSS
Dunque "sia pure continuando in forma diversa, il bipolarismo - cioè la competizione tra Usa ed ex-Urss - non è mai venuto meno. E il motivo è che non è mai venuta meno la capacità dell'arsenale nucleare russo di competere con quello americano. Non si è capito cioè che la fine del socialismo reale non era la fine di quell'apparato tecnologico che all'Est avrebbe dovuto salvaguardare il socialismo marxista, ma che, per salvare la propria capacità competitiva rispetto all'Occidente, ha finito col togliere di mezzo l'intralcio costituito appunto dal marxismo".
Il discorso sviluppato da Techne a proposito della tensione Est-Ovest, secondo il filosofo, indica "una costante che va ben oltre la forma ideologica che questa tensione ha assunto durante la guerra fredda".
LA DATA DEL 13 MAGGIO
La data del 13 maggio nelle profezie su questo conflitto è ricorrente: nel 2015 ad esempio disse che Donald Trump sarebbe diventato presidente Usa, cosa poi avvenuta due anni dopo. E ora ha fatto una profezia inquietante sulla terza guerra mondiale che scoppierà, a suo dire, il 13 maggio 2022.
Anche il veggente texano Horacio Villegas aveva predetto che la guerra nucleare sarebbe scoppiata il 13 maggio con "grandi sofferenze e atroci delitti".
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