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Reddito Cittadinanza, ritardi sulle lavorazioni e tagli: il pasticcio dell’Inps

Reddito Cittadinanza, ritardi sulle lavorazioni e tagli: il pasticcio dell’Inps

 

Cosa sta accadendo per le lavorazioni del Reddito di Cittadinaza e dell'Assegno Unico?

Brutte notizie per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza. C'è, infatti, chi rischia il taglio dell'importo usuale. In quanto ci sono almeno due misure che riducono l’importo del sussidio a favore dei legittimi beneficiari. E questo in accordo con un messaggio dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.

Nel dettaglio, su chi rischia il taglio del reddito di cittadinanza a far fede è il messaggio INPS numero 1244 del 18 marzo del 2022. Che introduce proprio due misure che riducono l’importo del sussidio. Vediamo allora quali sono nel dettaglio: come si legge su Investire oggi.

 

Chi rischia il taglio del reddito di cittadinanza

Nello specifico, le due misure che riducono l’importo, su chi rischia il taglio del reddito di cittadinanza, sono le seguenti. Le misure che hanno delle finalità che sono analoghe a quelle del Reddito di cittadinanza. E che sono erogate dalle Province autonome di Trento e di Bolzano. Nonché i contributi economici per gli affitti che sono erogati dai Comuni.

Su chi rischia il taglio del reddito di cittadinanza, le misure erogate dalle Province autonome di Trento e di Bolzano vanno chiaramente a coinvolgere una platea ristretta di percettori del sussidio. Mentre è decisamente più alta la platea di chi prende dai Comuni i contributi per l’affitto.

Tra le misure che riducono l’importo del sussidio ci sono i contributi comunali per l’affitto
Tra le misure che riducono l’importo, in merito a chi rischia il taglio del reddito di cittadinanza, l’INPS nel messaggio, infatti, precisa una cosa che è molto importante. Ovverosia, che i contributi economici per gli affitti che sono erogati dai Comuni non sono cumulabili con la quota b del sussidio.

Proprio con la quota che è generalmente riconosciuta proprio ai percettori di RdC a sostegno del pagamento del canone di locazione. Oppure, per chi ha una prima casa con un finanziamento ipotecario, per il pagamento della rata mensile del mutuo.

 

Non si rischia di perdere il sussidio
 

La richiesta del reddito di cittadinanza passa dal possesso di specifici requisiti. Sia di carattere economico che patrimoniale.

In particolare, il nucleo familiare deve presentare:

un valore ISEE inferiore a 9.360 euro (in presenza di minorenni, si considera l’ISEE per prestazioni rivolte ai minorenni);
un patrimonio immobiliare in Italia e all’estero, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per il single,
incrementato in base al numero dei componenti della famiglia (fino a 10.000 euro), alla presenza di più figli (1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo) o di componenti con disabilità (5.000 euro in più per ogni componente con disabilità e euro 7.500 per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza).
annui, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (pari ad 1 per il primo componente del nucleo familiare, incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1, ovvero fino ad un massimo di 2,2 nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti componenti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini dell’ISEE).
Tale soglia è aumentata a a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla Pensione di cittadinanza.

Se il nucleo familiare risiede in un’abitazione in affitto, la soglia è elevata a 9.360 euro.
Inoltre, rileva anche l’eventuale auto o alto mezzo intestato.

Il Redditi di cittadinanza concorre all’ISEE?
Il Reddito di Cittadinanza decorre dal mese successivo a quello di presentazione della domanda ed è concesso per un periodo massimo di 18 mesi, trascorsi i quali può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, presentando la nuova domanda. Domanda corredata da un nuovo ISEE che rispetti i limiti stabiliti dalla norma.

Fatta tale doverosa ricostruzione, è lecito chiedersi se il reddito di cittadinanza concorra ai fini ISEE.

Ebbene, la norma sopra citata dispone che il sussidio non concorre a formare il reddito complessivo ai fini IRPEF per chi lo percepisce. Difatti, il reddito di cittadinanza è esente IRPEF.

Tuttavia, esso è considerato ai fini della predisposizione dell’ISEE. Quale informazione da inserire anche se non fa reddito.

La normative in materia di ISEE (art. 4 comma 2 lett. f) del D.P.C.M. n. 159/2013) dispone che ai fini del calcolo ISEE, devono essere considerati nel reddito di ciascun componente del nucleo familiare anche i trattamenti assistenziali, previdenziali ed indennitari a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche, laddove non siano già inclusi nel reddito complessivo ai fini IRPEF.

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