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06 Aprile 2022 - 14:26
Un'aula affollata eppure in un silenzio surreale ha accolto a Bologna la sentenza della Corte di Assise che ha condannato all'ergastolo l'ex esponente di Avanguardia nazionale Paolo Bellini per la strage alla stazione del 2 agosto 1980 che fece 85 morti e 200 feriti.
Bellini è stato condannato come quinto presunto esecutore dell'eccidio e per lui è stato disposto un anno di isolamento. Condannati anche l'ex amministratore dei condomini di via Gradoli Domenico Catracchia (4 anni) e ll'ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusati rispettivamente di false informazioni al pm e depistaggio.
In silenzio, con gli occhi carichi di lacrime: così i parenti delle vittime e i superstiti della strage di Bologna hanno accolto la sentenza. Unica concessione all'emozione un abbraccio e poche parole: "Giustizia è fatta - il commento all'Adnkronos- dobbiamo dire grazie alla Procura generale e ai nostri avvocati".
"Mi aspetto la verità, non ero a Bologna il 2 agosto 1980, la signora Bonini può dire quello che vuole. Quel signore non sono io, ha una deformazione fisica che non ho", aveva detto all'Adnkronos Bellini prima della sentenza. "Sono 40 anni che i giornalisti mi massacrano, ho subito attacchi incredibili contro la mia persona - aveva aggiunto - Capo dei servizi segreti di chi? Cosa? Quando tornavo dal Sud America qui, quelli che dicevano che conoscevo andavano lì. Quando li avrei incontrati? Le prove ci vogliono, non chiacchiere, non illusioni. Credo nei magistrati, ma non in quelli inquirenti, non hanno sentito l'esigenza di farmi una domanda, una sola. E lo so perché, lo sanno anche loro; perché gli avrei smontato tutto in cinque minuti, con dati di fatto".
"Sono fiducioso, mi aspetto l'assoluzione se siamo In uno Stato di diritto", aveva detto dal canto suo all'Adnkronos l'avvocato Antonio Capitella, difensore di Paolo Bellini.
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