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15 Aprile 2022 - 07:00
L’industria campana chiede al Governo misure a sostegno della liquidità e riforme
NAPOLI. «Non chiediamo favoritismi, ma solo di essere messi in condizione di lavorare con tranquillità. In una parola, stabilità». È unanime la voce degli industriali campani che chiedono al Governo di garantire la liquidità necessaria al sistema per poter andare avanti ed evitare solo risposte emergenziali. Una richiesta avanzata due giorni fa dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a Caserta che ha sottolineato come la crisi venisse già dalla fine dell’estate scorsa, senza che il Governo ed i partiti se ne facessero carico.
«BASTA FARCI DEL MALE»
Secca la bocciatura di Fabio De Felice (Protom): «In una congiuntura drammatica, che ha visto il susseguirsi di eventi di portata mondiale e che non è certo terminata, noi imprese non ci saremmo mai aspettati dalla politica una risposta fino a questo momento così inadeguata». Di fronte alla crisi pandemica, al caro energia, ai rincari e alle difficoltà di reperimento delle materie prime, «non vorremmo assistere a discussioni che sembrano lontane dalla realtà del momento che stiamo vivendo - avverte De Felice -. Su di una cosa continuiamo ad avere un primato incontrastato: la capacità di farci del male, e se per un istante grazie all’autorevolezza e l’azione del presidente Draghi rischiamo di perdere lo scettro, subito siamo pronti a ristabilire l’ordine (errato) delle priorità».
«MANCATO SUPPORTO».
Luigi Giamundo, di Sistema Moda Confindustria Campania, sottolinea che è mancata la collaborazione necessaria tra sistema delle imprese ed istituzioni. «Le istituzioni hanno fatto mancare il supporto alle imprese, precondizione e valore aggiunto per qualsiasi progetto - accusa -. In Campania, poi, è mancata quell’azione di reshoring delle aziende per riportare quella parte di manifattura che abbiamo esternalizzato fuori dell’Italia, cedendo il bene più prezioso: il know how».
«PAGHERÀ LA CLASSE MEDIA»
. Dei mancati e più incisivi interventi dello Stato per rilanciare l’economia parla anche Alessandro Marinella, imprenditore di quarta generazione dell’omonima maison: «È un periodo di grande confusione, dovuto dapprima alla pandemia e successivamente agli effetti del conflitto ucraino. Il mondo dell’industria ha più volte ribadito la necessità di interventi urgenti sia per contrastare l’inflazione, sia per sostenere il mondo delle imprese. Se il Governo continuerà su questo passo - avverte -, sarà tutta la classe media a pagarne le conseguenze, oltre ovviamente alle categorie più disagiate».
«RIFORME FONDAMENTALI».
Pone l’accento sulle riforme Giuseppe Arleo, coordinatore dell’Osservatorio economico per la ricostruzione post Covid di “Competere.eu.”: «Occorre maggiore attenzione alle riforme, specialmente a quelle della macchina amministrativa e burocratica del Paese». I fondi del Pnrr rappresentano «la più grande opportunità economica dal dopoguerra ad oggi e sarebbe deleterio non avere delle procedure snelle nell’ottenimento e gestione dei fondi pubblici - aggiunge Arleo -. È importante, quindi, fare le riforme necessarie che facilitino la gestione dei fondi europei, superando quelle difficoltà che in passato più volte hanno reso l’Italia fanalino di coda nella spesa dei fondi europei»
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