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«Adesso tacciano le armi», la Via Crucis per la pace in Ucraina

«Adesso tacciano le armi», la Via Crucis per la pace in Ucraina

NAPOLI. Una “controffensiva” lanciata su tutto il fronte. A guidarla è il popolo dei fedeli che si ritrova a Napoli per una Via Crucis del Venerdì Santo che è una processione per la pace in Ucraina. I pensieri di tutti, a cominciare da quelli dell’arcivescovo della città, monsignor Mimmo Battaglia (nella foto), sono per il popolo che soffre, in particolare per le donne e i bambini costretti loro malgrado a subire gli orrori di un conflitto che non sembra volersi fermare. IL RADUNO DAVANTI AL PALAZZO DELLA REGIONE. Le truppe della pace si sono ritrovate ieri sera alle 20,30, radunate davanti al palazzo della Regione Campania, in via Santa Lucia. Un serpentone, armato di rosari e preghiere, si è snodato lungo le scale del Pallonetto da dove ha poi raggiunto la Parrocchia San Marco di Palazzo in piazza Santa Maria degli Angeli. È la prima volta che la Via Crucis arriva nelle strade del Pallonetto di Santa Lucia. SERPENTONE SILENZIOSO. Preceduta dalla celebrazione della Passione di Cristo presieduta nella Cattedrale dall’arcivescovo di Napoli, la silenziosa processione ha visto la partecipazione soprattutto di tanti cittadini che hanno voluto testimoniare ancora una volta la loro vicinanza a chi soffre per il conflitto: unanime la richiesta affinché le armi tacciano e la parola torni alla diplomazia. Una testimonianza non di circostanza, ma corroborata nei fatti, con un’accoglienza dei profughi ucraini in fuga dagli orrori della guerra che a Napoli è particolarmente sentita. La città è in prima linea nell’accoglienza dei rifugiati fin dall’inizio dell’emergenza e segue monsignor Battaglia che guida la processione in questo Venerdì Santo segnato dal dolore per quanto sta accadendo nel cuore dell’Europa. Battaglia evidenzia come la Croce di Gesù «ha la vocazione di riconciliare prima di tutto noi tutti con Dio, e questo è necessario in ogni momento». Ma soprattutto, proprio come aveva fatto per il Giovedì Santo, l’arcivescovo di Napoli invita alla preghiera per chi subisce la guerra. Battaglia torna a sottolineare che nell’Eucaristia c’è tutto il significato «della resa di un corpo che oltraggiato, ferito e ucciso si offre per la salvezza degli uomini. Proprio quello che sta accadendo oggi in Ucraina. Quei corpi oltraggiati, umiliati e uccisi, sono negli occhi e nel cuore di tutti noi». Per questo, «mentre guardiamo il Cristo Crocifisso dobbiamo dire no alla guerra, no alla sopraffazione». I riti della Settimana Santa proseguono stasera, alle 22,30, comincerà, sempre presieduta da monsignor Battaglia, la Veglia pasquale. Poi domani, Pasqua di Resurrezione, l’appuntamento è alle 11 per la solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Napoli. Sarà certamente anche quella una nuova occasione per tornare sul tema della guerra e invocare la pace.

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