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«Ora serve un Recovery di guerra»

«Ora serve un Recovery di guerra»

Batosta per il turismo, ripercussioni non solo sull’energia ma anche su forniture e serviziBatosta per il turismo, ripercussioni non solo sull’energia ma anche su forniture e servizi

NAPOLI. L’obiettivo è il Recovery di guerra. Che, però, dipenderà dalla rielezione di Emmanuel Macron all’Eliseo, primo promotore dell’iniziativa. Nel frattempo il governo avrebbe tutta l’intenzione di procedere a gradi al caro bollette con sconti per energia e carburante per tutto maggio e forse anche giugno, per un primo intervento limitato a 5-6 miliardi, nella speranza di ottenere nel frattempo il sì dell’Unione europea a una sorta di Recovery plan di guerra. Il decreto in arrivo sarà una somma di proroghe di misure già adottate, tutte in scadenza a fine giugno: taglio degli oneri di sistema nelle bollette elettriche, dell’Iva sul gas, crediti d’imposta per le aziende energivore, sconti al prezzo di benzina e gasolio. Che cosa accadrà dopo è un mistero. Saranno sufficienti 5/6 miliardi di aiuti per calmierare i costi delle bollette? «È difficile quantificare un livello d’intervento senza una dimensione reale di ciò che sta accadendo», dice Amedeo Manzo, presidente Banca di credito cooperativo di Napoli. «Siamo solo all’inizio di questo conflitto e non sappiamo come finirà. Non solo le bollette dell’energia e del gas anche i prezzi delle materie prime stanno determinando la cessazione di molte attività che andrebbero sostenute con misure struttura li e fondi di garanzia perché la portata di ciò che si sta verificando è mondiale». Anche Giuseppe Buzzetti, presidente e direttore dell’Associazione direttori d’alberghi della Campania, rileva che la misura dell’esecutivo «non è sufficiente per sostenere il settore dell’ospitalità, che dall’ultimo trimestre del 2021 si trova a fare i conti con aumenti che arrivano fino al 30%.

L’aumento dei costi dell’energia si sta ripercuotendo non solo sulle bollette, ma sull’intero sistema delle forniture e dei servizi. E che inevitabilmente si rifletterà sulla clientela». Sulla stessa scia Sergio Fedele, presidente Atex Campania, secondo cui le misure a cui sta lavorando il Governo non rispondono alle aspettative degli italiani in quanto non sono sufficienti, né adeguate, né strutturali. «Non tiene conto dell’assoluta necessità di destinare alla filiera del turismo, con particolare attenzione alle zone a turismo prevalente, strumenti specifici proprio per il settore ricettivo, considerandola alla stregua delle imprese energivore per gli alti costi. In penisola sorrentina arriva la fetta più alta del turismo in Campania, ma a questo settore ed alla sua filiera non è data la priorità. Lo abbiamo scritto anche al governatore De Luca, ma ad oggi non è pervenuta alcuna risposta».

L’ideale, secondo Arcangelo Fornaro, amministratore di Ar.Ter aeronautica, sarebbe quella di incentivare forme di energie alternative e recuperare il gap con quei Paesi europei dove è più basso il costo della manodopera. «Corriamo il rischio di andare fuori mercato, con le misure del governo si tampona in qualche modo la bolletta, ma non si mette mano a forme di sostegno per ammortizzare il costo degli impianti puliti». Duro con il governo anche Salvatore Lauro, presidente Volaviamare. «Il mare continua ad essere escluso e le attività marittime ancora discriminate. Nonostante promesse ed impegni anche legislativi - si pensi agli articoli 88 e 89 dell’agosto 2021- non c’è ancora riposta. Si continua in un ping pong con l’Europa sugli aiuti di Stato al settore marittimo. Che invece hanno interessato il tpl, le ferrovie e l’autotrasporto».

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