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«Il Governo deve fare di più»

«Il Governo deve fare di più»

I commercianti napoletani: misure insufficienti per mitigare i rincari delle materie prime

NAPOLI. Misure ampie ma ancora insufficienti. Nell’attesa che i tecnici del ministero dell’Economia finiscano di mettere a punto i dettagli tecnici del decreto Aiuti, c’è malumore tra le categorie produttive napoletane sul provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri il 2 maggio scorso.

«I CREDITI D’IMPOSTA NON SONO PER TUTTI». «È un Governo lontano dalla realtà dei piccoli imprenditori del settore del commercio, dei servizi, dei pubblici esercizi e degli studi professionali», commenta Mauro Pantano, presidente di Imprese e Professioni di Napoli. «C’è una cascata di crediti di imposta per le imprese che possono essere utilizzati solo a fronte di investimenti da attuare, quindi ne beneficiano solo quelle che hanno determinate caratteristiche». Nulla di concreto, secondo Pantano, per quelle aziende che hanno problemi a pagare le tasse, le imposte e i contributi. «Per non parlare di quelle che hanno debiti con la ex Equitalia, e quelle che sono in sofferenza con le banche» 

«MISURE INSUFFICIENTI». Si aspettava di più ed interventi più profondi anche Carla della Corte, presidente di Confcommercio Napoli. «Certo, si tratta di misure importanti, ma non sono ancora sufficienti a mitigare l’impatto degli incrementi delle materie prime e per portare a termine le consegne. Ci sono imprese che non riescono a mantenere gli impegni - sottolinea della Corte - e, pertanto, vanno sostenute con misure più incisive e margini di interventi ben più ampi di quelli contenuti nel Documento di economia e finanza». A ciò si aggiunge l’esigenza di «una riforma della fiscalità energetica e l’introduzione di crediti d’imposta anche per le imprese non energivore e gasivore», mentre l’intervento sulle accise «andrebbe reso più incisivo e più duraturo». E per rilanciare occupazione, redditi e consumi, «è necessario mettere a terra le riforme e gli investimenti del Pnrr, ed agire sul cuneo fiscale e contributivo, detassando gli aumenti dei rinnovi contrattuali».

«MOLTI RISCHIANO DI SOCCOMBERE». Si aspettava interventi più incisivi anche Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania: «Sono misure ancora blande, sono palliativi che non riducono le tasse su determinati costi. È insostenibile che ci siano imprese ed attività che possano sopportare rincari più che raddoppiati nel giro di pochi mesi. Come possono andare avanti? Si troveranno a fine anno con zero utili e molte saranno costrette a soccombere». Schiavo non risparmia critiche al Governo neanche sul Pos: «C’è la sanzione per le imprese che non accettano il pagamento con questo strumento. Prima di minacciare sanzioni, bisognerebbe procedere al taglio delle commissioni pagate dagli esercenti sulla moneta elettronica, più volte promesso ma realizzato solo in minima parte». Secondo il presidente di Confesercenti Campania «il peso della lotta all’evasione non può passare sulle spalle degli esercenti, mentre le grandi piattaforme internazionali dell’online godono ancora di un regime fiscale favorevole che permette loro di pagare un quinto rispetto agli altri». «INCIDERE DI PIÙ SUL CUNEO FISCALE». Lo considera un primo timido passo, ma si aspetta qualche cosa di più in sede di conversione del decreto anche Fabrizio Luongo (Casartigiani Napoli): «Bene il rafforzamento dei crediti d’imposta riconosciuto alle imprese artigiane ed agli autotrasportatori - spiega Luongo - ma occorre incidere di più sul cuneo fiscale. E sul fronte del rincaro dei costi energetici occorre garantire maggiori sostegni alla conversione alle energie rinnovabili, a cui gli stessi enti pubblici dovrebbero dare l’esempio»

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