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24 Giugno 2022 - 07:00
ALLERTA IN CAMPANIA Loffreda: «Manca il foraggio». Amore: «Olivicoltura colpita». Marzano: «Ignorati i cambiamenti climatici». Campania: a rischio le rese di grano, pomodori e ortaggi. Meno latte dalle mucche per lo stress da caldo.
NAPOLI. Il mondo agricolo è in allarme. In Campania la siccità sta mettendo in ginocchio le campagne. Non bastavano i rincari delle materie prime, dell’energia e dei fertilizzanti a preoccupare gli agricoltori, adesso ci si mette anche la mancanza di risorse idriche. Una situazione che a lungo andare potrebbe comportare sia la perdita di biodiversità di cui la regione è particolarmente ricca nelle campagne, sia ulteriori aumenti di prezzi dei prodotti agricoli. Certo, il fenomeno sta aggredendo i campi in misura inferiore rispetto al Nord, ma è pur sempre allarme. Soprattutto se nelle prossime settimane non dovessero abbattersi sulla regione forti piogge. A correre i maggiori rischi sono il pomodoro e quegli ortaggi la cui coltivazione, vista la mancanza d’acqua per irrigare, non potrebbe nemmeno essere avviata. Secondo Coldiretti già la scarsità di riserve idriche NAPOLI. La siccità sta già impattando sulle rese agricole. Non solo in pianura ma anche in montagna. «Viviamo in un clima d’incertezze perché le ondate di calore stanno compromettendo la raccolta di alcuni prodotti cerealicoli, di cui un buon 40% è andato già perso per le alte temperature a maggio», afferma Michele Masuccio, titolare dell’omonima azienda agricola di Ariano Irpino. «Anche le colture in serra stanno soffrendo per il caldo così come cominciano a soffrire i castagneti e le nocciole nonostante crescano in zone altimetriche più elevate. Se la Regione e lo Stato non riconosceranno lo stato di calamità, sarà dura nelle campagne» dice. Difficoltà anche per il pomodoro “cannellino” e di quello per l’industria dell’area flegrea. «Riscontriamo un calo della produzione del 20%, siamo impegnati nel contenere danni maggiori con l’irrigazione straordinaria con costi alti che si aggiungono a quelli già elevati del gasolio agricolo e delle sementi», sottolinea Giovanni Tammaro, amministratore di Cumadoro di Pozzuoli. La siccità colpisce anche la frutta, soprattutto quella cosiddetta calibrata. A sottolinearlo, Daniela Nunziata Rega, dell’azienda agricola Turiello di Palma Campania: «Per queste produzioni stiamo procedendo ad innaffiature più ravvicinate, evitando però lo spreco d’acqua laddove non c’è eccessivo bisogno. Il problema è per le pesche che non rispettano la calibratura richiesta dal mercato che è di otto centimetri di diametro». Ricorre all’agricoltura 4.0 Pasquale Imperato di Sapori Vesuviani: «Grazie alle tecnologie riusciamo ad erogare l’acqua da un pozzo artesiano solo ai terreni che ne hanno bisogno e a contenere le rese, ma c’è chi non può permettersi un investimento del genere. Dovrebbe pensarci lo Stato con adeguati ristori». EDUCA REGA: «INNAFFIATURE PIÙ RAVVICINATE PER RIDURRE GLI SPRECHI». IMPERATO: «LO STATO PENSI A DEI RISTORI» Masuccio: «Cereali danneggiati». Tammaro: «Costi elevati» per le alte temperature e la mancanza di piogge sta mettendo a rischio il 20 per cento delle rese del grano coltivato nell’alto Casertano, nel Sannio e nell’Irpinia, una produzione il cui mercato è già sotto stress per via del conflitto ucraino. Uno scenario che potrebbe compromettere il raccolto anche di altre produzioni agricole proprio in un momento in cui la regione avrebbe bisogno di tutto il suo potenziale alimentare per fronteggiare gli effetti sui prezzi della guerra e dell’inflazione. «Siamo preoccupati sia per le minori rese di grano che per il prevedibile aumento dei prezzi degli ortofrutticoli», dice Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania. «E siamo preoccupati per le conseguenze sulla zootecnia: a soffrire il caldo sono anche gli animali nelle fattorie dove le mucche con le alte temperature stanno producendo per lo stress il 10 per cento di latte in meno, così come viviamo grandi incertezze per la mancanza del foraggio per l’alimentazione a causa dell’assenza di precipitazioni che in certe zone sta tagliando le rese». Danni ben più gravi sta subendo l’olivicoltura, in quanto, sottolinea il presidente di Cia Campania, Raffaele Amore, «proprio nel momento della fioritura le forti ondate di calore hanno bruciato i fiori e, da una prima stima il raccolto potrebbe perdere il 60 per cento delle olive da molire, mentre 2 www.ilroma.net Roma - Il Giornale di Napoli venerdì 24 giugno 2022 LA REGIONE ASSETATA Cecere: «Sfruttare acque grigie e piovane per usi non potabili» NAPOLI. «Molti condomini, nelle prossime ore, si troveranno a fare i conti con la riduzione del flusso di acqua e, probabilmente, con razionamenti e turnazioni. Lo scenario è drammatico, ma la siccità non è un fatto sconosciuto. Esistono policy e metodologie nuove che andrebbero implementate poiché ci consentirebbero di utilizzare acque meno nobili per tutti quegli usi che non richiedono l’utilizzo di acqua potabile». A dirlo è Yari Cecere (nella foto), 28 anni, Ad della Cecere Management ed esperto di pratiche edilizie sostenibili Quali sono queste pratiche? «La prima buona prassi dovrebbe essere disincentivare quelle pratiche non sostenibili di insediamenti a uso civile a discapito di suoli naturali, puntando sulla riqualificazione e rigenerazione. Laddove non è possibile andrebbe invece incentivata e messa a norma la procedura degli scavi in trincea che consentono di captare le acque pluviali». E la seconda? «Un altro aiuto efficace deriva dalle procedure che consentono il riuso delle acque grigie e piovane. Corpi idrici ricettori, correttamente dimensionati in relazione allo specifico fabbisogno, che andrebbero installati in ogni condominio per accumulare riserve idriche a basso costo che generalmente vengono sprecate e che, invece, possono essere adottate in alternativa all’acqua potabile per le pulizie domestiche o delle aree comuni, per il riempimento degli sciacquoni, fino alle esigenze di pulizia personale. Numeri alla mano sarebbe possibile risparmiare fino al 30% del consumo giornaliero». REPP L’AD DELLE CECERE MANAGEMENT: «È POSSIBILE CONTRASTATE IL RISCHIO DI RAZIONAMENTI E TURNAZIONI DEI FLUSSI IDRICI» «Disincentivare pratiche non sostenibili di insediamenti a suo civile a danno di suoli naturali» qualche problema potrebbero comportare quelle produzioni frutticole che hanno bisogno di grande uso d’acqua cui le zone non irrigabili non sarebbero in grado di fare fronte». Permane infatti il rischio siccità nel bacino idrografico del Liri-Garigliano e del Volturno e calano in volume gli invasi del Cilento sul fiume Alento, con il 64 per cento in meno della capacità rispetto a un anno fa. Più che la siccità, commenta Fabrizio Marzano, presidente Confagricoltura Napoli, preoccupano gli aumenti indiscriminati dovuti alla guerra, come il maggiore costo del carburante, del gasolio e dei mangimi: «Corriamo di emergenza in emergenza senza preoccuparci dei segnali lampanti dei cambiamenti climatici; un processo irreversibile per il quale è necessario implementare strategie di adattamento. Per l’emergenza in atto chiederemo lo stato di calamità e interventi strutturali sulle infrastrutture idriche».
in foto: Salvatore Loffreda __ Raffaele Amore __ Fabrizio Marzano
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