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20 Luglio 2022 - 22:18
L'ottava potenza mondiale e le sue numerose contraddizioni: fede, modernità, tradizione e il fantasma di un ritorno al passato
Sul lungomare di Fortaleza, capitale del Nord-Est e quarta città del Brasile, David, 20 anni, vende cocco fresco gelato ed acqua minerale con carrettino. In pagamento accetta i Pix, un bonifico immediato che si fa con il proprio cellulare ad un numero di telefono o a un codice numerico. È gratuito. “Ho un conto in banca – dice il ragazzo – senza spese”. E come lui ce lo hanno tanti venditori ambulanti di spiaggia, micro-commercianti, micro-imprenditori che non potrebbero mai accedere al credito bancario. E’ una delle facce del Brasile di Jair Bolsonaro, l’ ex capitano dell’ Esercito eletto nel 2018 a sorpresa, sull’ onda di una forte reazione per i tanti scandali che portarono all’ impeachment della presidente Dilma Roussef, delfino di Lula. Qui, come nei modernissimi Centri commerciali, nell’ automazione dei supermercati, nelle auto a doppia propulsione etanolo(alcol)-benzina, il Brasile è avanti rispetto all’ Europa. Sullo stesso lungomare, i pescatori attingono l’acqua per lavare le barche da pompe che da noi si vedevano negli anni ’50 e pescano con una specie di zattera che rifiuta i principi elementari della navigabilità. Altre facce del Paese-continente di 215 milioni di abitanti, con un PIL, che è ormai quasi quello dell’Italia e lo pone all’ottavo posto tra le potenze industriali. Il 2 ottobre il Paese-continente vota per le presidenziali. Secondo i mass-media ed i grandi Istituti di sondaggi Bolsonaro sarebbe perdente addirittura forse al primo turno contro Lula, scarcerato e tornato in campo per un cavillo legale. Ma il 16 luglio Bolsonaro, per la prima volta in visita alla capitale dello Stato del Cearà, ha scatenato l’entusiasmo. A migliaia lo hanno atteso in aeroporto, poi lo accompagnato nella “motociclettata” attraverso le strade principali della città, mentre gli evangelici (ormai circa il 30% del Paese) lo hanno invitato alla “Marcia per Gesù” e poi si sono raccolti in massa ad ascoltarlo sulla spiaggia di Iracema. Come finirà? Edmundo, autista di jeep per escursioni sulle dune di Combuco non ha dubbi. È un ex militante del PT, il partito di Lula. “Se non manipolano il voto – dice – vince Bolsonaro. Il PT ha rubato troppo”. Al Centro culturale Dragão do Mar, spuntano i teli di spiaggia con le facce dei due candidatii. Quando vede il turista straniero, il venditore chiama anche il poliziotto. “Chi vincerà ? Deve vincere Bolsonaro – dice Aldemir, della Polizia militare, altrimenti il Brasile si trasforma in una casa di prostituzione. E indica due ragazzine che a pochi metri si stanno scambiando effusioni. Ma la criminalità è diminuita ? Si, ma poi il Covid ha peggiorato le cose”. Tra i tantissimi venditori della spiaggia “del Futuro”, Marcos, che si definisce “missionario di spiaggia” sta anche lui dalla parte del presidente uscente. È evangelico. Ma mostra la card ricevuta dal Governo che permette a lui come a tutti i soggetti a basso reddito di ricevere 600 Reais al mese e di accedere al credito bancario a tassi molto ridotti. “Dal mese prossimo – dice Marcos – diventeranno 1.200 reais”.
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