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20 Ottobre 2022 - 19:25
"Il 17 ottobre di quest'anno all'aeroporto di Milano Malpensa, su richiesta della parte americana, è stato arrestato il cittadino della Federazione Russa Artem Uss". Lo ha confermato l'ambasciata russa in Italia con un post su Facebook, precisando che "entro 45 giorni gli Stati Uniti sono tenuti a fornire alla giustizia italiana il fascicolo con la formulazione del capo di imputazione, che deve essere esaminato entro 6 mesi".
Il cittadino russo, che secondo il ministero della Giustizia americano è il figlio di Aleksandr Uss, governatore della regione di Krasnoyarsk, "non ha espresso lamentele sulle condizioni di detenzione", ha proseguito l'ambasciata, secondo cui "il consolato generale della Federazione Russa a Milano ha già tenuto due incontri con Artem Uss, mantiene un costante contatto con il suo avvocato italiano e intende continuare a seguire da vicino questa situazione".
Il cittadino russo resta in carcere a Busto Arsizio (Varese). Lo ha deciso la corte d'Appello di Milano davanti alla quale, martedì scorso, si è svolta l'udienza di convalida. L'imprenditore è accusato di aver acquistato dagli Stati Uniti componenti elettronici destinati ad equipaggiare aerei, radar o missili, e di averli rivenduti a compagnie russe eludendo le sanzioni in vigore. Si sospetta che la rete finita nel mirino della giustizia americana abbia utilizzato la stessa società di copertura per trasferire centinaia di milioni di barili di petrolio venezuelano in Russia e Cina.
Domani Artem Uss, 40 anni, destinatario del mandato di arresto internazionale, comparirà davanti al giudice di Milano Roberto Peroni Ranchet per un'audizione: assistito dal difensore Vinicio Nardo dovrà confermare la sua identità e decidere se dare o meno il consenso all'estrazione, nel primo caso - alquanto improbabile - la questione sarebbe di fatto risolta. In caso contrario, la giustizia italiana dovrà attendere la richiesta formale di estradizione, quindi che l'intera documentazione venga trasferita per un giudizio nel merito. Da codice "entro 45 giorni gli Stati Uniti sono tenuti a fornire alla giustizia italiana il fascicolo con la formulazione del capo di imputazione, che deve essere esaminato entro 6 mesi".
Uss, che ha alcuni interessi economici in Italia, ieri ha incontrato il suo legale di fiducia. "Sta come uno che è stato messo in carcere", spiega il difensore Nardo che, presto, potrebbe chiedere una misura alternativa. In quel caso a valutare l'alternativa alla detenzione dietro le sbarre sarebbe un collegio della corte d'Appello di Milano, dopo aver fissato un'udienza.
Il figlio del governatore della regione siberiana è stato incriminato con altri quattro cittadini russi mercoledì dal dipartimento di Giustizia Usa con l'accusa di aver partecipato un complotto teso aggirare le sanzioni che prevedeva il contrabbando di petrolio dal Venezuela e di tecnologia militare Usa poi rintracciata sul campo di battaglia in Ucraina.
Il procuratore dell'Eastern District of New York, Breon Peace, ha chiamato gli incriminati "criminali complici degli oligarchi", ed ha sottolineato che rischiano condanne fino a 30 anni, ribadendo che è stata chiesta l'estradizione di Uss e del suo socio Yury Orekhov, arrestato in Germania. "I loro sforzi minano la sicurezza, la stabilità economia e lo stato di diritto nel mondo", conclude la dichiarazione di Peace.
I procuratori federali di Brooklyn hanno accusato Uss di aver contrabbandato, insieme ad un altro cittadino russo, Yury Orekhov centinaia di milioni di barili di petrolio dal Venezuela attraverso una società di facciata che i due hanno in Germania. Il petrolio sarebbe stato inviato in Cina e Russia in un accordo illegale multimilionario, negoziato da due cittadini venezuelani, Juan Fernando Serrano Ponce e Juan Carlos Soto, che sono stati anche incriminati.
Orekhov, insieme a Svetlana Kuzurgasheva, è stato accusato poi di aver acquistato materiale segreto militare e tecnologie per doppio uso negli Stati Uniti per inviarlo a società russe, comprese alcune che operano nel settore di difesa In particolare la rete finita nel mirino della Giustizia Usa avrebbe aiutato i i russi ad acquisire semiconduttori avanzati e microprocessori che possono essere usati per i caccia, sistemi missilistici ed altra tecnologia militare, si legge nell'atto di incriminazione della Giustizia Usa.
In alcuni casi, componenti elettronici di questa provenienza sarebbero stati trovati in sistemi di arma russi catturati in Ucraina. Altri due cittadini russi, Timofey Telegin e Sergey Tulyakov, che controllano società russe sottoposte a sanzioni che hanno ricevuto questo materiale, sono stati anche incriminati.
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