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29 Dicembre 2022 - 17:53
Il gip di Venezia Alberto Scaramuzza ha iscritto nel registro degli indagati la pm di Bergamo Letizia Ruggeri, che ha condotto le indagini e l'accusa sul caso di Yara Gambirasio, per depistaggio. Archiviate invece le posizioni di Giovanni Petillo, presidente della Prima sezione penale del tribunale di Bergamo, e di Epis Laura responsabile dell'ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo.
Nell'ordinanza, il gip specifica che Ruggeri non è mai stata iscritta nel registro degli indagati prima, ma che ora si richiede la sua iscrizione "al fine di permette al pm una compiuta valutazione" e un "necessario approfondimento" sulle sue azioni. L'accusa riguarda i campioni di Dna utilizzati nel processo per la morte della ragazzina per cui è stato condannato all'ergastolo Massimo Bossetti. Si tratta dei 54 campioni di Dna da cui è stato estratto il dna di Ignoto 1.
In dettaglio, come precisa l'avvocato Claudio Salvagni, legale di Bossetti, si tratta della decisione di spostare i campioni di dna dal San Raffaele di Milano, dove erano conservati, all'ufficio Corpi di Reato del tribunale di Bergamo. I reperti vennero portati via dall'ospedale milanese il 21 novembre 2019, arrivando nell'ufficio del tribunale il 2 dicembre.
Durante quel periodo, spiega ancora il legale, i reperti vennero conservati correttamente: è nel passaggio all'ufficio Corpi di reato che si sarebbe interrotta la catena del freddo, di fatto causando la loro distruzione.Secondo il legale, dunque, bisognerà capire se l'ordine di Ruggeri di spostare i campioni di dna, era legittimo anche perché, ricorda ancora l'avvocato, il 15 gennaio 2020 arrivò un provvedimento di confisca degli stessi reperti che quindi non sarebbero dovuti essere distrutti.
Il provvedimento arriva a fronte della 'denunzia-querela' presentata dai legali del muratore di Mapello, condannato in via definitiva all'ergastolo per la morte della 13enne di Brembate di Sotto, avvenuta nel 2010. La denuncia-querela è indirizzata "nei riguardi proprio di comportamenti del pm Ruggeri" la cui iscrizione nel registro degli indagati "si impone" per "permettere al pm una compiuta valutazione anche della sua posizione in relazione a tutte le doglianze dell'opponente" che "richiedono un necessario approfondimento" ma anche "al fine di permettere alla stessa una adeguata difesa".
IL LEGALE DI BOSSETTI. "Il pm Letizia Ruggeri non poteva distruggere i reperti, questo è un fatto oggettivo, e se lo ha fatto ha commesso una cosa gravissima. Il gip di Venezia ha deciso che deve essere iscritta per depistaggio e io resto in attesa di quello che deciderà la procura veneta" afferma Claudio Salvagni difensore di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio della 13enne di Brembate.
"Il procuratore di Bergamo, nella sua nota, si arrampica sugli specchi: cita sentenze e il trascorrere degli anni che nulla hanno a che vedere con la destinazione dei reperti che possono essere distrutti solo se lo dispone la sentenza o il giudice dell'esecuzione, non certamente il pubblico ministero. Il procuratore cita la confisca dei reperti, ma si dimentica che è del 15 gennaio del 2020 mentre le provette sono state spostate il 2 dicembre del 2019, con ciò determinandone la distruzione, in epoca precedente la confisca".
Ora quel trasferimento da Milano a Bergamo potrebbe costare caro al pm Ruggeri. "Massimo Bossetti è in carcere senza aver mai esaminato la prova che lo tiene dietro le sbarre, nonostante la corte d'Assise di Bergamo ci avesse autorizzato a visionare i reperti. Questi sono i fatti", conclude l'avvocato Salvagni.
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