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18 Aprile 2023 - 17:19
A ricordare che Auschwitz è uno dei posti più impressionanti e imperdonabili della storia ci ha pensato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che lo ha definito "un luogo dell'orrore". Mattarella, che in questi giorni è in visita di Stato nella Repubblica di Polonia (dal 16 al 19 aprile), è arrivato da Varsavia e dopo aver visitato il museo di Auschwitz-Birkenau ha partecipato alla tradizionale Marcia dei vivi in ricordo delle vittime dell'Olocausto.
Il capo dello Stato si è poi trattenuto in raccoglimento davanti al muro della morte dove venivano fucilati i prigionieri. Ad accoglierlo le sorelle Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute alla deportazione nel campo di concentramento. Con loro anche i appresentanti delle Comunità ebraiche. "Vederlo dà la misura dell'inimmaginabile" ha detto il Mattarella a proposito del più grande centro di sterminio del regime nazista e facendo riferimento, in particolare, al Blocco 5 dove si trovano oggetti originali che appartenevano alle vittime morte nel campo di Auschwitz: dagli occhiali alle scarpe, dalle protesi ai vestiti dei bambini, pettini e tanto altro.
Il Capo dello Stato ha quindi sottolineato "che e bisogna continuare a ricordare" e ha lanciato un appello ai giovani, rivolgendosi alla delegazione di studenti presenti: "Ciò che dovete fare ora è trasmettere anche voi a vostra volta la memoria. Dovete trasmetterla a chi verrà dopo". "I regimi fascisti europei consegnarono i propri concittadini ai carnefici" nazist ha sottolineato Mattarella, nel corso del suo intervento alla cerimonia conclusiva della Marcia dei vivi ad Auschwitz-Birkenau. "Siamo qui oggi a rendere omaggio e fare memoria dei milioni di cittadini assassinati da un regime sanguinario come quello nazista - ha ricordato Mattarella - che, con la complicità dei regimi fascisti europei, che consegnarono propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine atroce contro l'umanità".
Con Mattarella anche Andra e Tatiana Bucci, superstiti italiane della Shoah. Le due sorelle, con il loro cugino Sergio De Simone, furono deportati con la famiglia ad Auschwitz all'età di quattro e sei anni e lì separati dai genitori. La madre delle due bambine, anch'essa sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, riuscì a ritrovare le figlie dopo oltre due anni di ricerche e a riportarle a casa. Gisella, la madre del piccolo Sergio, invece, ha sperato fino alla morte che suo figlio fosse sopravvissuto al campo e che alla fine sarebbe tornato a casa, a Napoli. Nella notte tra il 20 e il 21 aprile 1945, furono 20 i bambini e 28 gli adulti assassinati dalle SS in un ex edificio scolastico. Tra i bambini uccisi c'era anche Sergio, di soli sette anni.
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