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Giannola (Svimez): «Berlusconi intuì la centralità del Sud»

Giannola (Svimez): «Berlusconi intuì la centralità del Sud»

NAPOLI. Immagine simbolo dell’antipolitica nel linguaggio, ha cambiato la politica, la Tv, ma non è però riuscito a cambiare fino in fondo l’economia. Tuttavia è stato tra i primi a capire che la crescita del Paese si sarebbe spostata dal Mezzogiorno alla centralità del Mediterraneo. A sostenerlo Adriano Giannola, presidente Svimez.

Presidente Giannola, quindi Berlusconi aveva una visione più moderna rispetto ai predecessori?
«Certamente tra i tanti politici del suo tempo era molto più mediterraneo degli altri e con una visione più moderna agli interessi del Paese e, soprattutto, del Mezzogiorno e della Campania che considerava centrale in questa prospettiva. Aveva dunque capito che all’Italia serviva il Sud e che quest’area del Paese servisse al Mediterraneo. in questo senso era un precursore. Purtroppo non ha trovato una visione analoga né nei partiti di destra né in quelli di sinistra. Con il risultato che il Mezzogiorno è rimasto ancora indietro. Così come è rimasta indietro una politica mediterranea. Ma i governi che si sono succeduti dal 2011, compreso quelli di centrosinistra e soprattutto a guida Prodi, non hanno fatto però meglio».

Vuol dire che i suoi Governi e quelli successivi hanno avuto poca influenza sulle scelte per Mezzogiorno e la Campania?
«Se il Mezzogiorno ha avuto poco, la Campania ha avuto ancora più poco o niente. Generosi nei fatti, ma poco nel rendere concrete le proposte di sviluppo e, soprattutto, una politica industriale per il Sud. Diciamo che è mancato proprio il colpo d’ala dei suoi Governi sulle priorità di dare al Paese. Con il risultato che la burocrazia non si è ridotta, né si sono semplificati i processi di avvio delle imprese. Né si è data mano ad una politica di investimenti, che avrebbe ridotto almeno in parte il divario Nord-Sud».

Eppure sono state varate molte riforme dai Governi che Berlusconi ha guidato nel corso della sua attività politica.
«Sì, ma non erano strutturali e non lo erano nell’ottica dello sviluppo del Mezzogiorno. Del resto è stato ghettizzato per trent’anni e lo è anche oggi, senza che da destra e sinistra vengano proposte serie. Diciamo che se erano in buona compagnia, nemmeno il centrosinistra ha adesso una visione strategica».

È stato comunque uno stratega di idee anche al Sud.
«Sotto questo aspetto, è stato un innovatore. È infatti riuscito a mettere insieme al Sud la Lega con gli altri partiti dominanti al Nord. Forse non si aspettava che anche nel Mezzogiorno questa forza si spostasse più a destra ma è tra gli artefici di questa strategia. Anche se non era più il regista».

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